Un piccolo sacrificio per tenere bassa la curva dei contagi. Così, il primo cittadino di Lecce Carlo Salvemini ha motivato la decisione di vietare la vendita di alcoolici dalle 21.00 alle 6.00. è scritto nero su bianco nell’ordinanza valida, per ora, fino al 13 novembre. Il divieto riguarda gli esercizi commerciali di vicinato, le medie strutture di vendita (supermercati) e i distributori automatici. Ma il Sindaco ha fatto di più, ha imposto anche il divieto di consumare questo tipo di bevande sulle aree pubbliche, di qualsiasi tipo: giardini, parchi e ville aperte, sempre nella stessa fascia di orario.
Consentita la vendita con consegna a domicilio, sempre nel rispetto delle norme igenico-sanitarie. Inutile dire che alla base del provvedimento c’è la necessità di evitare quegli assembramenti “pericolosi” per la diffusione del virus in un momento in cui la curva dei contagi è tornata salire ed è importante continuare a rispettare le regole, mascherine e distanziamento sociale in primis. È anche un modo per frenare i “furbetti”. Nulla impediva ai giovani e meno giovani di acquistare alcoolici nei market e consumarli in piazzetta, aggirando quanto scritto nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
«Ritengo necessario prevenire gli assembramenti di avventori in orari serali anche davanti ai minimarket e ai distributori di bevande dai quali è facile procurarsi alcolici anche in orari nei quali altrove sarebbe vietato, se non facendosi servire al tavolo – ha dichiarato il primo cittadino – Allo stesso modo è utile prevenire la possibilità dell’acquisto di bevande dai market per poi consumarle in piazze e altri spazi pubblici, aggirando i divieti»
«Siamo in una fase delicata. La necessità di evitare le occasioni di assembramento serale per le strade della città, insieme agli altri divieti contenuti nel Dpcm del 13 ottobre, non deve essere vissuta come un ritorno al passato – ha commentato Salvemini – ma come una misura di prudenza che scegliamo di adottare nel presente per prevenire misure più drastiche. Serve lo sforzo di tutti, in termini di rinunce e piccoli sacrifici, per tenere bassa la curva dei contagi».