Natale 2013: l’augurio delle autorità salentine

I personalissimi auguri delle autorità leccesi ai cittadini del Salento. Il Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, assieme all’Arcivescovo Domenico D’Ambrosio e al Presidente della Provincia, Antonio Gabellone, lancia il proprio messaggio di speranza ai microfoni di Leccenews24.

I personalissimi auguri delle autorità leccesi ai cittadini del Salento. Il Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta – assieme all’Arcivescovo Domenico D’Ambrosio e al Presidente della Provincia, Antonio Gabellone – lancia il proprio messaggio di speranza ai microfoni di Leccenews24.it. Paolo Perrone, sindaco di Lecce, vorrebbe trovare sotto l’albero qualcosa da condividere con i suoi concittadini.

Sperare nella ripresa socio-economica è un dovere di tutti, ma senza adagiarsi sull’ipotesi che tutto possa verificarsi per dono divino. Un comune denominatore ben espresso dalle parole – esternate ai microfoni di Leccenews24.it – del Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta; ma anche dall’Arcivescovo metropolita di Lecce, Mons. Domenico D’Ambrosio; ed infine dal Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone. Quello in prossimità di conclusione è stato un anno molto impegnativo per i tre protagonisti del tessuto salentino. L’acuirsi della crisi economica ha implicato aumenti di atti predatori, proteste e rivendicazioni da parte dei cittadini. Le istituzioni non sono certo rimaste a guardare, convocando Comitati per l’Ordine e la sicurezza pubblica, tavoli urgenti e misure mirate a migliorare una condizione tuttora incerta, aleatoria, per certi versi anche misteriosa. Natale rappresenta la migliore occasione per ricordare ai componenti della provincia leccese quanto sia importante non demordere, continuando imperterriti verso il cammino della risalita.

«Sono qui da due anni – dice il Prefetto Perrotta – ma ho già avuto la possibilità di osservare l’operosità e le grandi opportunità di questo territorio. Dobbiamo cercare, nonostante la crisi, di unirci tutti quanti e andare avanti trovando il modo di “sfangarla” perché prima o poi la ripresa arriva».  Per Mons. D’Ambrosio invece: «La speranza deve tornare ad essere di casa; anche se è piccola non ci rinunziamo e lottiamo per metterci del nostro. Quasi tutti noi abbiamo pane e companatico. C’è gente che non ha neanche il pane. Allora togliamo noi il companatico. Cerchiamo di essere più solidali e condividere anche quel poco. Solo nella condivisione una comunità cresce». Più categorico è invece Antonio Gabellone: «Il Natale restituisca quella determinazione, quella forza, quella convinzione di poter riprendere un cammino importante, positivo. Dinanzi a noi non può esserci solo il buio e l’incertezza. La speranza va costruita recuperando iniziativa e consentendo alla comunità di ritrovare quel processo sociale, civile ed economico, che restituisca ai giovani la possibilità di occuparsi qui mettendo a disposizione le proprie conoscenze per il territorio. In questo momento il Salento diventa centrale rispetto alle politiche nazionali e internazionali. Il mediterraneo ci vede epicentro».

Cosa vorrebbe trovare il Sindaco di Lecce, Paolo Perrone, sotto l’albero di Natale? Una domanda alla quale – sempre tramite i microfoni di Leccenews24.it – il primo cittadino ha risposto così: «Sotto l’albero di Natale vorrei trovare un qualcosa da condividere con i miei concittadini. Tranquillità, serenità e la possibilità di guardare al futuro con ottimismo, cosa che un po’ tutti abbiamo perduto in questi ultimi anni». Le difficoltà a cui nemmeno la comunità leccese può sottrarsi sono ben conosciute dal primo cittadino; chi amministra un Comune è chiamato a compiti di responsabilità, senza però rinunciare ad un augurio sempre sincero, cioè quello di riconsiderare il futuro sotto spoglie diverse: «Quand’ero ragazzo il futuro era qualcosa di straordinario – ha aggiunto Perrone – meraviglioso, un mondo inesplorato che ci avrebbe riservato tante bellissime sorprese. Oggi invece è un’incognita cupa e pesanteIo vorrei che questa speranza che avevo da ragazzo riviva nei giovani»

Contraddire tali dichiarazioni sarebbe impossibile; il Salento detiene indubbiamente un potenziale enorme per “spiccare il volo”. Bisogna però partire da quel che si possiede prima di pianificare programmi qui non ancora realizzabili; vuoi a causa di una mentalità non aggiornatasi ai canoni contemporanei, vuoi in virtù di settori – un tempo trainanti – che ormai raffigurano sempre meno l’identità territoriale. Il Tac (tessile, abbigliamento, calzaturiero) purtroppo rientra tra questi. Resta l’implementazione dello sviluppo turistico e dell’agroalimentare come ultima spiaggia. Arte, cultura, paesaggio, storia. Lecce  – e di riflesso tutto il Salento – potrebbe seriamente divenire Capitale Europea della Cultura nel 2019; ci crede molto il Sindaco, Paolo Perrone; ma ahinoi, buona parte della comunità leccese appare scettica. Ecco che, allora, davanti alla prospettiva di balzare al centro delle attività europee serve un immediato cambio di prospettiva. Basta col dire “Tanto non potremo mai farcela” o peggio chiedersi perché tra le altre città candidate dovrebbero selezionare proprio il capoluogo salentino. Troppe domande alle quali, ora come ora, fornire una risposta sarebbe impossibile. Rimbocchiamoci le maniche, dunque. Entriamo in un’ottica meno provinciale e più allargata, magari oltrepassando i classici confini del tacco d’Italia. Il cambiamento avviene cominciando dagli schemi mentali obsoleti. Lo hanno ben ricordato il Prefetto Perrotta, Antonio Gabellone e mons. D’Ambrosio. Si sa che è difficile, ma ogni tanto dovremmo provarci anche noi tutti, figli di una realtà piccola, ma dal cuore grande.



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