Lecce è una città bellissima, ma solo se hai due gambe per godertela, passo dopo passo.
Gelaterie, bar, negozi, info point e chiese: scalini su scalini e neanche l’ombra di una pedana che permetta l’accesso ai disabili. Visitare la capitale barocca in carrozzella, entrare in una chiesa baciata dal sole estivo, è praticamente impossibile; per non parlare poi di comprare un gelato o salire sulla piazza principale della città.
E’ quello che abbiamo fatto insieme a Raffaele Convertino, originario di Putignano e residente a Fasano, affetto da artrite reumatoide dall’età di otto anni. Un tragitto breve, insieme, da piazza Sant’Oronzo all’ex conservatorio di Sant’anna. Un ostacolo dopo l’altro, tra gradini, un pavimento dissestato e l’impossibilità di accedere a qualsiasi locale.
Raffaele ha vissuto l’inferno, tra interventi e viaggi dalla Puglia a Milano per tentare tutte le cure possibili. Grazie alla somministrazione di farmaci ottenuti tramite procedure biotecnologiche dal Professor Lapadula dell’Università di Bari nel lontano 2002 e a successivi interventi chirurgici ad entrambe le gambe, è ritornato a deambulare parzialmente, ma costretto sempre all’uso della carrozzella.
“Mi è stata diagnosticata questa patologia quando avevo otto anni – ha spiegato Raffaele ai microfoni di Leccenews24 -, dopo più di vent’anni ho imparato ad accettarla, ma vivo una lotta quotidiana. Lecce è una città bellissima, ma non accessibile a persone disabili. Sarebbe bello permettere anche a noi di visitare le sue bellezze, senza doverle per forza ammirare dall’esterno”.
Sembra quasi impossibile accada in una città che corre a tutta velocità verso un titolo ambito come capitale europea della cultura. Forse, la cultura dovrebbe partire proprio da qui. Dal rispetto verso chi è stato meno fortunato, ma non ha mai smesso di condurre la sua battaglia.