Tante volte abbiamo sentito dire che quando si raggiunge un’età troppo avanzata è bene riporre nel cassetto la volontà di operarsi alla cataratta. Il sogno di tornare a vedere è stato fino ad ora considerato off limits per tanti nonni e tante nonne che hanno dovuto rassegnarsi all’idea di vedere solo ombre: troppi rischi – si diceva – a mettersi sotto i ferri.
Ma la tecnologia sanitaria fa passi da gigante e non si ferma davanti a nulla. Così al Città di Lecce Hospital è stato eseguito un raro intervento di chirurgia oculare di asportazione della cataratta su una paziente di 100 anni.
“Voglio tornare a vedere il volto dei miei figli e dei miei nipoti” ha detto la nonnina e questa volta le è stato detto sì!
Tipica dell’età senile, la cataratta è una patologia che insorge dopo i 70 anni e comporta la degenerazione progressiva del cristallino dell’occhio che perde la sua trasparenza e si opacizza fino a ridurre quasi totalmente la vista.
La nonnina centenaria soffriva di cataratta evoluta ad entrambi gli occhi e riusciva appena a distinguere ombre da lontano, vedendo molto meno di un decimo: da 20 anni la sua visione era ingiallita e poteva percepire con gli occhi soltanto aloni scuri intorno agli oggetti.
La forza di volontà della paziente è stata incredibile: non si rassegnava a non vedere più la luce, i colori e soprattutto il volto dei suoi nipoti e così ha deciso di sottoporsi all’intervento.
Ad eseguire l’intervento è stato il dottor Antonio Provenzano – che effettua ogni anno oltre 1000 procedure di cataratta, con una media di 110 casi al mese. La tecnica impiegata si chiama facoemulsificazione e si svolge in anestesia locale, soltanto con l’uso di colliri.

Consiste nella frammentazione del cristallino opaco attraverso una mini-incisione di 2,5 millimetri, e nella successiva sostituzione dello stesso con un cristallino artificiale, una protesi che non ha bisogno di essere sostituita nel tempo, e che ha permesso alla paziente di riacquistare la vista.
L’operazione è durata appena 6 minuti. “Considerando la veneranda età della paziente abbiamo dedicato particolare attenzione sin dalle prime fasi di accettazione – ha dichiara il dottor Provenzano – in modo tale da ridurre a zero i tempi di attesa e di intervento e quindi inevitabili disagi”.
