Si racconta che l’usanza del «caffè sospeso» sia nata a Napoli, durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu allora, in un momento difficile della storia italiana, che chi poteva concedersi di bere una tazzina di caffè al bar decise, per solidarietà, di pagarlo anche a chi non poteva permetterselo. Il principe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, meglio conosciuto come Antonio De Curtis, anzi Totò fu uno dei sostenitori più illustri di questa fiabesca tradizione. Oggi, il gesto altruistico è diventato quasi una filosofia di vita, una consuetudine diffusa in tutto il mondo e persino una strategia di marketing per incentivare i consumi.
Una “moda” giusta diffusa anche a Lecce grazie alle iniziative dell’associazione Pronto Soccorso dei Poveri, presieduta da Tommaso Prima, la solidarietà ha fatto tappa anche nei bar salentini che, di volta in volta, hanno aderito. E visto il successo perché non replicare con il simbolo della tradizione enogastronomica locale?
Il pasticciotto sospeso
Dopo il caffè “sospeso”, la «saggezza quotidiana in piccoli sorsi» per citare il libro di Luciano De Crescenzo fatto di aneddoti, riflessioni, parabole e altri pezzetti di vita di tutti i giorni e le uova di Pasqua “sospese”, l’associazione di Tommaso Prima torna in campo per aiutare le famiglie povere e in difficoltà con il “pasticciotto sospeso”.
Aderire è semplice: basterà recarsi, da domani fino al 6 gennaio 2018, nei bar o nelle pasticcerie del capoluogo barocco che hanno sposato l’iniziativa per “donare” un pasticciotto a chi ne ha bisogno. Del resto, anche i turisti hanno capito che, nel Salento, per iniziare la giornata con il piede giusto tocca fare colazione con questo dolce di pasta frolla e crema pasticciera accompagnato da un caldo cappuccino.
Un’ultima cosa importante, quella di chiamare il numero dell’associazione per avere la lista completa dei negozianti che aderiscono.
