Scomparsi nel nulla, quante famiglie nel Salento aspettano di conoscere la verità

Sonia Marra, Roberta Martucci, Daniele Gravili, Mauro Romano: quante famiglie nel Salento aspettano ancora di conoscere la verità

Ci sono storie che sembrano destinate a rimanere avvolte nel mistero, episodi che finiscono per cambiare la vita e la quotidianità di una famiglia, casi destinati a rimanere irrisolti, anche a causa dell’omertà, dei silenzi, della paura. Resta un dato di fatto: i fatti di cronaca nera, soprattutto se raccontati in stile “CSI” americano, riescono a ritagliarsi uno spazio, anche ampio, tanto nella programmazione televisiva quanto sulle pagine di giornali e riviste. Del dolore delle famiglie, costrette a vivere con il cuore gonfio di lacrime, invece, si parla sempre poco. Tanti sono i casi nel Salento di famiglie che ancora attendono una risposta. Per i parenti di Sonia Marra, Roberta Martucci e Mauro Romano, non sembra esserci ancora una luce in fondo del tunnel.

Chi non ricorda il caso di Roberta Martucci, la 28enne uscita dalla sua abitazione, a Torre San Giovanni, nella marina di Ugento, per raggiungere un’amica a Gallipoli? La giovane era salita a bordo della Fiat Uno bianca della madre, poco dopo le 20.00, ma a quell’appuntamento nella Città Bella non arrivò mai. Era il 20 agosto del 1999.

Roberta Martucci, una “scomparsa” ancora avvolta dal mistero

È dal 2006, invece, che non si hanno più notizie di Sonia Marra, 25enne originaria di Specchia svanita nel nulla a Perugia, dove studiava alla Facoltà di medicina, scomparsa nel nulla nella notte tra il 16 e il 17 novembre. La famiglia ha sentito la sua voce per l’ultima volta alle ore 15:30 di quel giorno, una data e un orario che rimarranno impressi per sempre nella mente dei suoi cari. Una telefonata come tante, una chiacchierata con la mamma e, come saluto, un normalissimo ciao. Il telefono non squilla più da allora.

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E ancora, Mauro Romano, il bambino di sei anni svanito nel nulla a Racale la sera del 21 giugno 1977 mentre giocava con il fratellino il vicino a casa dei nonni, in vico Immacolata a pochi passi dal centro storico. Anche in questo caso manca un perché. Anche in questo caso quel mistero è finito nelle statistiche dei casi irrisolti. Come poteva un bambino scomparire nel nulla, soprattutto in una piccola comunità dove tutti conoscono tutti. Eppure era accaduto.

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E che dire della figlia di Al Bano, Ylenia Carrisi? Dal giorno della sua scomparsa, avvenuta a New Orleans nel 1994 in circostanze misteriose, tanti sono stati gli avvistamenti, tante le voci che si sono susseguite in un tam-tam che ha tenuto con il fiato sospeso il mondo intero, tante le polemiche nate intorno alla vicenda, ma mai nessuna certezza.

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Tante sono state le piste vagliate, le persone ascoltate, gli appelli lanciati in televisione, ma nessuna pista battuta ha portato all’esito sperato, mentre con il passare del tempo si faceva sempre più pesante l’ombra della tragedia.

La cosa più importante, infatti, per un genitore è quella di dare una giusta sepoltura al proprio figlio, di avere una tomba dove portare un fiore, un luogo dove piangere. E non c’è nulla di più triste del non avere risposte, del non sapere, del brancolare nel buio, del non conoscere il destino di un proprio caro, quella sorte che, a volte, sembra essere già segnata.

 



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