Il 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Fu l’assemblea dell’Onu nel 1999 a scegliere la data del 25 novembre per ricordare il sacrificio delle sorelle Mirabal, uccise in quel giorno del 1960. Le tre donne erano attiviste del Movimento 14 giugno, un gruppo politico clandestino dominicano che si opponeva alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo.
Proprio questa data-simbolo presso la sala “Le tabacchine” del suggestivo Palazzo Ducale di Castrì di Lecce ha visto la presentazione del libro di Luigia Santoro dal titolo Identità rivelate. Il tema della ricerca dell’autrice, apprezzata docente di lingue e letterature straniere, è nel sottotitolo, vale a dire Stereotipi, culture e pratiche del velo femminile tra Oriente e Occidente.
Dopo il saluto della vicesindaco di Castrì prof.ssa Enza Nuzzo, l’editore del volume (Stamen) il prof. Gianmario Quinto ha voluto evidenziare la specificità e l’attualità del testo sottolineando come questo genere di riflessione riprenda alcuni temi importanti dell’antropologia culturale (ad esempio gli studi del prof. Ugo Fabietti) ed incroci necessariamente le specificità di due mondi, quello occidentale e quello orientale, nella tendenza di entrambe a rappresentarsi vicendevolmente come pericolo. Secondo il Direttore scientifico Stamen l’analisi di Luigia Santoro è capace di scandagliare tale discorso al di là delle facili banalizzazioni o strumentalizzazioni.
La prof.ssa Giusy Negro, che ne ha curato la postfazione, ha rimarcato, infine, la puntualità e la meticolosità della ricerca sull’uso del velo femminile in un vasto arco temporale che va dalle origini della pratica ai giorni nostri. L’esito del percorso, per la curatrice, è il necessario ripensamento di un sistema simbolico complesso e ambivalente, che intreccia mondo arabo e cultura cristiana, Oriente e Occidente, arcaismo e modernità.
Apprezzati gli intermezzi di recitazione e musicali realizzati da Lorenzo Tomasi, figlio della scrittrice, Luca Colagiorgio, Francesco Anglosso, Ilaria Quarta e Alessia Ingrosso.
di Fausto Melissano
