Torna a riunirsi il Consiglio Comunale di Vernole, adeguate le norme dello Statuto

Per fare sì che l’Assise tornasse a riunirsi è stata necessaria un’ordinanza del Tribunale Amministrativo di Lecce emessa su ricorso proposto dal Sindaco.

Dopo due sedute andate deserte, si è riunito, a distanza di molto tempo, il Consiglio Comunale di Vernole, applicando il quorum strutturale e cioè 1/3 dei Consiglieri previsto dal Regolamento rispetto a quanto stabilito dallo Statuto, che richiede la presenza di almeno 8 consiglieri sui 12 assegnati, consentendo così alla minoranza di paralizzare il funzionamento del Consiglio.

Il Consiglio ha quindi proceduto all’adeguamento delle norme dello Statuto e del Regolamento.

La convocazione del Consiglio è stata resa possibile dall’ordinanza del Tribunale Amministrativo di Lecce emessa su ricorso proposto dal Sindaco e da un gruppo di Consiglieri Comunali difesi dall’Avvocato Pietro Quinto.

“Il principio di diritto che è emerso dalla vicenda del Consiglio Comunale di Vernole, applicabile a tutti i Comuni – come sottolinea il legale –  è che in base alla Legge comunale e provinciale la funzione dello Statuto è quella di fissare i principi fondamentali dell’attività degli Enti Locali. Spetta invece ai Regolamenti, in base all’art. 38 del Testo Unico, disciplinare le modalità di funzionamento degli organi comunali”.

La vicenda del Comune di Vernole, che si è protratta per più di un mese con impossibilità di convocare il Consiglio anche per la surroga di un consigliere dimissionario, servirà a fare chiarezza in tutti i Comuni nei quali si registra un contrasto tra lo Statuto che dal punto di vista giuridico è una fonte primaria e il Regolamento che rimane una fonte secondaria.

La prevalenza del Regolamento deriva dalla sua specificità proprio con riferimento al funzionamento del Consiglio Comunale.

Nella riunione svoltasi nei giorni scorsi, il l’Assise ha potuto approvare tutte le deliberazioni che erano state rinviate nelle precedenti sedute dichiarate deserte e sulle quali si sono espressi i giudici di “Via Rubichi” con una ordinanza in sede cautelare, sussistendo i motivi di urgenza.