Scorie nucleari, il Salento trattiene il fiato

In ballo c’è la costruzione di un’infrastruttura di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi e che consentirà la sistemazione definitiva di circa 75mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività. Per tutto questo è stato individuato Nardò come sito.

Non bastava Tap, non bastava il pericolo trivelle nei nostri mari, si prospetta un nuovo spinosissimo caso che potrebbe interessare le cronache del nostro territorio nei prossimi mesi. La Sogin (Società per la gestione degli impianti nucleari), infatti, ha consegnato tre giorni fa all’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, la proposta di una “Carta delle aree potenzialmente idonee” (Cnapi) ad ospitare il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e un parco tecnologico.

Tra questi potrebbe esserci la comunità di Nardò a causa di una vasta piana dell’Arneo, perfetta dal punto di vista geologico e geomorfologico. La vasta conca a nord-ovest di Nardò, al confine con la provincia di Taranto, è una depressione che poggia su una lente d’acqua sotterranea – un “cuscinetto” – che, secondo i geologi, assorbe le scosse telluriche. Il rischio sismico in quel comprensorio è considerato bassissimo. Ecco perché questa zona del Salento è ideale non solo per vacanze, ma anche per il nucleare.

Un’osservazione che non è passata in secondo piano e ha da subito acceso un campanello d’allarme tra istituzioni, politica e società civile salentina. La Lista “Salento Bene Comune”, per esempio, ha subito inviato una nota al presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone per esprimere tutta la sua contrarietà ad un possibile coinvolgimento del territorio salentino su questa materia. “La Provincia deve scendere in campo per evitare che Ispra possa identificare nel Salento la sede del deposito nazionale per le scorie nucleari”.

Esordiscono così nella loro rivendicazione i tre firmatari della nota, Antonio Giuseppe Coppola; Danilo Scorrano; Giovanni Siciliano che poi continuano: “La Provincia di Lecce ha l’obbligo di tenere alta la guardia ed evidenziare la nostra ferma posizione di contrarietà su delle ipotesi che potrebbero compromettere la sua propensione turistica nonché la salute dei cittadini. Si chiede pertanto al presidente Gabellone di monitorare costantemente la situazione ed intraprendere ogni possibile azione ritenga utile per la salvaguardia dei cittadini, anche con una approfondita discussione in consiglio provinciale”.



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