Tra i quadri di Papi e Santi, spunta un dipinto di Rocco Siffredi

Un pittore specializzato in soggetti religiosi ha esposto nella sua vetrina il ritratto dell?attore hard, Rocco Siffredi accanto a dipinti di Papi e Santi ignorando chi fosse.

Sacro e profano. Religione e miscredenza. Fede e incredulità. Le due dimensioni si sono intrecciate nella storia fin dalla notte dei tempi. Letteratura, arte, cinema, musica non esiste settore in cui le due facce, apparentemente opposte, si siano mescolate dando vita ad opere uniche, anche tra le critiche. Come non citare «Amor sacro, amor profano», la tela di Tiziano che rappresenta due giovani donne, estremamente somiglianti, una riccamente vestita, l’altra nuda, che siedono alle estremità di un sarcofago. Al centro un amorino affonda una mano nell’acqua. Il dipinto deve la sua fama non solo alla sua toccante bellezza ma anche alla particolarità del soggetto raffigurato, più volte esaminato dagli studiosi: è l’ambiguità di fondo, infatti, che ha reso l’opera un capolavoro, aumentandone il fascino.

Questa sorta di dualismo ha sempre ispirato la mano di artisti e non ma quando la contrapposizione non è voluta la storia cambia. È accaduto a Campi Salentina dove in una vetrina di un laboratorio in pieno centro della cittadina, accanto a Papi, Santi e paesaggi  in bella mostra c’era anche un quadro di Rocco Siffredi, attore hard  noto in Italia. Il pittore Pompilio Bianco, specializzato in soggetti di arte sacra, ignorava del tutto che il volto disegnato rappresentasse in realtà il divo del porno. Sarebbe stata una coppia di quarantenni non del posto ad avergli commissionato il ritratto a giugno scorso, senza mai presentarsi a ritirarlo. Terminato il lavoro, con la professionalità di sempre, l’uomo in attesa che venissero a prenderlo lo ha esposto in vetrina destando qualche perplessità in chi ha avuto il sospetto di averlo già visto.  È stato un amico a far notare all’uomo che il volto era quello di Siffredi. 



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