Una svolta importante che potrebbe cambiare il futuro degli ulivi salentini e di come si combatterà da oggi in poi l’emergenza Xylella. L’Associazione “Voce dell’Ulivo Alleanza dei Produttori”, formata per lo più da imprenditori agricoli salentini aveva convocato per questa mattina una conferenza stampa per comunicare di aver fatto una scoperta importante che potrebbe davvero cambiare le prospettive future circa la questione Xylella.
Su più di 9mila piante visionate ed intaccate dal batterio killer, nelle campagne limitrofe a Gallipoli, negli agro di Alliste, Casarano, Racale, Tuglie, Melissano, Taviano, Parabita, Matino, Alezio, Sannicola, infatti, si è scoperto che tutti gli ulivi di origine “Cellina” o “Ogliarola” sono disseccate e stanno via via per morire a causa della Xylella, mentre quelle facenti parte la specie del “Leccino”, nonostante la presenza del batterio, resterebbero intatte e continuerebbero nella loro normale produzione, essendo più resistenti al batterio. Un lavoro iniziato da qualche settimana e che si sta svolgendo con estrema cura nella zone del gallipolino da parte dei membri dell’Associazione che, in quelle zone, hanno interessi economici e non solo e che amano gli alberi su cui si sta abbattendo questa immane piaga del virus.
Il dato ovunque resta inconfutabile. Gli alberi di “Ogliarola” o “Cellina” attaccati vanno verso una morte triste, ma inevitabile, mentre il “Leccino” no. Anche a parità di età, di esposizione, di condizione, anche su quelli che sono state intaccate fin dall’origine (2010) il dato resta e dà l’idea di come quest’ultima specie sia più resistente al batterio e continui a produrre, nonostante esso. Le piante visionate sono state in tutto 9.048, di cui 2.410 erano di “Ogliarola” o “Cellina”, 5.147 di “Leccino”; la restante parte facenti parte alle specie “Carolea” o “Frantoio”. Altrettante piante sono state segnalate all’associazione da altri agricoltori e presentavano le stesse caratteristiche riscontrate. Gli ulivi “Leccino”, però, hanno bisogno di un’impollinatura perché da sole non riescono ad auto prodursi e, in questo senso, la pianta “Frantoio” potrebbero fare al caso loro.
Un dato da confermare, ovviamente, ma che, se restasse tale, potrebbe davvero porre le basi per una seconda fase di battaglia all’emergenza Xylella. Dall’associazione gridano a gran voce che questa potrebbe essere davvero una svolta, ma ora c’è bisogno che la politica faccia il resto per verificare questo dato e agire di conseguenza. La richiesta da parte dell’Associazione è una deroga immediata al divieto di reimpiantare ulivi per garantire un futuro olivicolo al Salento che può essere salvato solo se, al posto delle piante già disseccate che devono essere eliminate, si vanno ad reimpiantare piante resistenti al batterio, come quello del “Leccino”. Dall’associazione fanno sapere che: “Noi non abbandoniamo il campo, non ci fermeremo, chiederemo prima alla politica che questo discorso si possa accertare e poi noi andremo a reimpiantare sulle piante malate quelle che resistono al batterio. A noi non interessa quello che decide l’UE, loro possono decidere tutto quello che vogliono, ma i terreni sono nostri, le piante sono nostre e decideremo noi il da farsi. Al di là della presenza del batterio o meno, con i patogeni si può convivere, senza ulivi il Salento muore”.