Michele Spagnuolo si è suicidato nel Carcere di Taranto, dove si trovava in attesa del processo per l’omicidio della moglie Teresa Russo. Ha deciso di togliersi la vita, dopo aver ucciso la moglie con 41 coltellate. A nulla sono serviti i soccorsi degli altri detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria. Quando lo hanno trovato nella sua cella, con una corda rudimentale stretta intorno al collo, il cuore del 77enne di Trepuzzi aveva già smesso di battere.
Un dramma nel dramma su cui ora la Procura di Taranto vuole fare chiarezza. Il Pubblico Ministero, Giorgia Villa ha aperto un’inchiesta e probabilmente nei prossimi giorni incaricherà un medico legale di effettuare l’autopsia sul corpo dell’anziano per capire quali siano state le reali cause del decesso.
L’intento, insomma, è quello di ricostruire i momenti che hanno ‘anticipato’ la tragedia. L’uomo – tramite il suo avvocato – aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena. Il 20 marzo si sarebbe dovuto presentare dal giudice, ma ha scelto un altro epilogo.
Non era la prima volta
Dopo aver ucciso la moglie nella sua abitazione di Trepuzzi, il 77enne aveva lasciato un ‘biglietto’ in Caserma in cui spiegava ai militari cosa aveva fatto e dove potevano il corpo e si era allontanato. La fuga, però, era durata poco: a stretto giro era stato fermato dagli uomini in divisa a pochi passi dalla stazione. Durante il lungo interrogatorio spiegò che aveva intenzione di togliersi la vita gettandosi sotto un treno in corsa. «Volevo farla finita» avrebbe confidato.
Dopo 9 giorni passati a Borgo San Nicola, Spagnuolo ottenne i domiciliari. Poteva stare in casa del fratello, a Talsano, ma scappò. E quando venne rintracciato finì di nuovo in Carcere.