Operazione Palude a Porto Cesareo, famiglia di pastori col pallino del business turistico finiscono in manette

Anni di soprusi, minacce e aggressioni a titolari e dipendenti del Togo bay e del Buena Vista di Porto Cesareo. Arresti all’alba per un’intera famiglia.

Parliamo della Palude Fede, di un’area di circa 5mila metri quadri tra Porto Cesareo e Torre Lapillo. Qui per anni un’intera famiglia ha gestito abusivamente un parcheggio che aveva una capienza di centinaia di auto, per un parcheggio che veniva pagato a 5 euro al giorno.

L’indagine Palude condotta dai carabinieri della Compagnia di Campi salentina ha permesso di cristallizzare una serie di comportamenti illeciti messi in atto da padre e figli, con precedenti penali.

Si tratta di Cosimo Emiliano, 74enne nato a Torre Santa Susanna, ma residente a porto cesareo; Mario Emiliano, 40enne nato a Nardò e residente a Porto Cesareo come i fratelli; Luigi Emiliano 49enne e Alfredo Emiliano, 50enne.

Anni di attività illecita

Dal 2008 gli odierni arrestati, non paghi di gestire abusivamente una vasta area adibita a parcheggio, hanno tentato con una serie di condotte criminose di estendere l’ “attività di famiglia” anche ai due lidi adiacenti, il Togo Bay e il Buena Vista.

In un comune quale quello di Porto Cesareo dove si registra d’estate un notevole flusso turistico, si può ben comprendere quanto fruttasse l’attività messa in piedi dalla famiglia Emiliano.

L’area è demaniale, appartiene alla Regione Puglia, ex Ersap, così come è stato ufficializzato nel maggio 2018 alla stessa ex moglie di Emiliano che ne vantava la proprietà.

Ma non solo parcheggio abusivo di auto, nella zona sostavano anche camper con tanto di chiosco bar e servizi igienici i cui liquami venivano sversati illecitamente.

Aggressioni e minacce

Non paghi, gli Emiliano rendevano la vita decisamente difficile ai due stabilimenti balneari vicini, mettendo in atto aggressioni alla luce del sole, non soltanto nei confronti dei regolari gestori, ma anche dei dipendenti. E, poi, intimidazioni alla clientela nel tentativo di dissuaderla dal fruire dei servizi dei due lidi .

Insomma, un vero e proprio clima di terrore aleggiava sulle due regolari attività di ricezione turistica, sotto gli occhi degli ignari vacanzieri. Sono arrivati addirittura a fare in modo che cani andassero ad effettuare i propri bisogni nei bagni degli stabilimenti presi di mira.

Le indagini

Gli anni di denunce hanno fatto sì che le indagini dei carabinieri portassero ai provvedimenti che trovano esecuzione oggi.

Alle denunce gli uomini dell’Arma hanno aggiunto le testimonianze, gli appostamenti, al fine di registrare ogni azione.

Già nell’agosto 2014 la Compagnia carabinieri di Campi salentina insieme alla polizia municipale di Porto Cesareo e alla Capitaneria di porto, eseguirono un decreto di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Lecce facendo sgombrare l’intera area dai numerosi veicoli presenti e restituendo lo spazio all’ente pugliese, legittimo proprietario.

Tramite l’acquisizione di video e specifici servizi di osservazione da parte di carabinieri mimetizzati tra i bagnanti, è stata acclarata nuovamente la presenza della famiglia Emiliano nell’area interessata e la collegata gestione “illecita” della zona tornata ad essere, a tutti gli effetti, un parcheggio “abusivo”.

Gli episodi intimidatori dell’estate scorsa

Nell’odierno provvedimento, in particolare, vengono contestati, recenti episodi di particolare interesse.

Nel luglio di quest’anno è stato preso di mira un lido e sono state danneggiate le recinzioni e il parcheggio, ritenuto in concorrenza con quello abusivo degli Emiliano, nonché le insegne pubblicitarie (tutte azioni che sono state accompagnate da minacce esplicite e dirette, culminate il 20 luglio scorso con un laccio di sassi all’indirizzo dei proprietari dello stabilimento davanti ai bagnanti attoniti).

Vista, quindi, la recidiva e la continuazione dei reati contestati, intensificatisi proprio nei mesi scorsi, come da indagine dei Carabinieri di Campi salentina, la Procura, nella figura del sost. proc. Luigi Mastroniani, ha richiesto le odierne misure cautelari in carcere per i quattro soggetti.

Le motivazioni sono state condivise dal G.i.p., Simona Panzera, che poi ha disposto le misure cautelari eseguite nel corso della nottata.