Associazione per delinquere, traffico di droga e furti con il ‘cavallo di ritorno’. In sei finiscono in manette

Un’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Gallipoli. Cinque persone sono finite in carcere, mentre una ai domiciliari. I dettagli nel corso di una conferenza stampa questa mattina.

Questa notte i militari della Compagnia dell’Arma dei Carabinieri di Gallipoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni, ai furti di autovetture, attrezzi e macchine agricole con la restituzione del bene al derubato dietro pagamento di una somma di denaro (il cosiddetto “cavallo di ritorno”), ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi comuni da sparo ed altro. Si tratta di Luigi Tarantini, 66enne considerato la 'mente' di tutto. Roberto Nisi, 60enne, Marco Caramuscio, di 33 anni, Andrea Mancarella, 33 enne; Biagio 
Pagano, anche lui 33enne e Antonio Vadacca, 43 enne.

Di queste sei persone destinatarie del provvedimento restrittivo, cinque sono finite in carcere, mentre, un’altra, invece, è agli arresti domiciliari.

Le indagini sono partite dal furto di un Fiat Dobló, perpetrato da Caramuscio, ovviamente a scopo di estorsione. Da questo episodio sono scattate le indagini da parte dei militari verso colui il quale venne ritenuto la mente del piano. Ogni pista ha portato a Luigi Taranti. Da alcune intercettazioni, inoltre, è emerso come Tarantini aveva tessuto rapporti con Roberto Nisi, già noto alle forze dell'ordine per detenzione reiterata di armi in ingenti quantità per gli appartenenti al suo clan. Queste stesse armi, mai trovate in realtà, venivano millantate nell'ampia disponibilità di Nisi e questo e bastato per far piombare anche sui di lui l'ordinanza di trasferrimento in cella. 

Molti dei protagonisti dei fatti, poi, si vantavano persino delle loro imprese criminali: Luigi Tarantini, ad esempio, più volte si è 'glorificato' per aver preso parte alla 'Strage della Grottella', aiutando a nasconderne gli autori. Dal ricavato delle estorsioni, ad ogni modo, veniva finanziata l'attività di spaccio di stupefacenti, estesasi fino al punto di arrivare nel nord Salento, tra Trepuzzi e Squinzano. Un traffico così grande che, per questo filone, nel registro degli indagati compaiono ben 43 nomi. 

Gli episodi di estorsione sono oltre 35 e hanno riguardato oggetti di ogni tipo: nel corso delle perquisizioni in casa Tarantini, infatti, i Carabinieri hanno ritrovato auto, macchinari agricoli, attrezzi da lavoro: tutto proveniente dagli agri di Lequile e Copertino. Per i contatti con le vittime, ovviamente, i malviventi si sono avvalsi della collaborazione di amici e conoscenti dei soggetti a cui richiedere il denaro.

Alla fine i Carabinieri sono riusciti a ricostruire il piano criminoso perpetrato dai sei e, nel cuore della notte appena trascorsa, si sono presentati nelle loro abitazioni.



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