
Era finito in manette il 31 dicembre 2015 per possesso di droga e di un'arma da fuoco ed agli inizi del nuovo anno, il giudice ne convalida l'arresto. Il gip, Vincenzo Brancato ha anche disposto la misura cautelare del carcere per il 46enne leccese Antonio Martina, mentre suoi legali avevano chiesto i domiciliari. L'uomo difeso dagli avvocati Fritz Massa ed Antonella Corvaglia, ascoltato questa mattina dal giudice presso la Casa Circondariale di Borgo San Nicola, ha ammesso di essere un tossicodipendente. L'uomo ha riferito di avere portato l'arma con sé, semplicemente perché "intimorito", in seguito alle allucinazioni provocate da un potente cocktail di stupefacenti. Dunque Martina non aveva alcuna intenzione di utilizzare quell'arma per sparare deliberatamente o tantomeno per minacciare qualcuno.
Ricordiamo che il 46enne fu arrestato l'ultimo giorno dell'anno, alle 10.45 circa. Presso la Sezione Volanti e del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia meridionale” della Questura di Lecce, erano giunte alcune telefonate, non è ancora chiaro se da parte di alcuni condomini o passanti. Fatto sta che alcuni cittadini avevano notato un uomo armato nell'altro di un palazzo, situato nella cosiddetta "via delle lucciole" nei pressi della stazione. Non appena fermato è iniziata la perquisizione; Martina deteneva una pistola “Sig Sauer” calibro 9 dalla matricola abrasa, nonché sei proiettili contenuti nel caricatore. Ma non solo, poiché era in possesso di sostanze stupefacenti, quali cocaina ed eroina (rispettivamente della quantità di 3,96 grammi e 0,74 grammi), il 46enne è stato tratto in arresto dai poliziotti con l’accusa di detenzione illegale di arma da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Martina ha già dei precedenti per questo tipo di episodi ed una recente condanna alle spalle. Il 9 ottobre scorso, nel processo in abbreviato, il gup Stefano Sernia gli inflisse una pena di 1 anno e 2 mesi di reclusione. Il 46enne di Lecce, anche in quell'occasione difeso dagli avvocati Fritz Massa e Antonella Corvaglia fu condannato per spari in luogo pubblico, detenzione e ricettazione dell’arma; Martina venne però assolto dall'accusa di spaccio e danneggiamento aggravato. Il pubblico ministero di udienza Maria Rosaria Micucci aveva invocato una pena di 4 e 6 mesi. Secondo i difensori di Martina, il quantitativo di droga ritrovato nell'abitazione era da ricondurre all'uso personale. Inoltre da una consulenza medica, richiesta dalla difesa e prodotta in udienza, il 46enne di Lecce risultò affetto da tossicodipendenza da 20 anni. Infine, le banconote ritrovate, sarebbero soldi che gli avrebbe dato la madre e non frutto di proventi illeciti per attività di spaccio.
Martina fu arrestato il 22 settembre di un anno fa, dopo che alcuni residenti di via Montello (la stessa via dove nei giorni scorsi è stato nuovamente tratto in arresto), dove si udirono degli spari, avevano chiamato la Polizia. Un colpo aveva danneggiato la parte anteriore della Fiat panda di un cittadino, mentre una seconda pallottola si era conficcata contro il muretto di un’abitazione in cui risiedevano alcune donne di nazionalità straniera che possedevano un cane di piccole dimensioni (dalle prime indagini sarebbe emerso che Martina non sopportasse il continuo abbaiare del cane). I controlli nell’abitazione dell'uomo consentirono di ritrovare una pistola semiautomatica, una somma di denaro corrispondente a circa 750 euro, in 15 banconote da 50 e poco più di 8 grammi di eroina.