Sparò dei colpi in strada, ma non era uno spacciatore: 46enne di Lecce condannato ad un anno e 2 mesi

Il Gup, nel processo in abbreviato, ha condannato ad un anno e 2 mesi di reclusione, il 46enne di Lecce Antonio Martina, mentre il pm aveva invocato 4 anni e 6 mesi. L’imputato ha dunque ottenuto un sostanzioso ‘sconto’ di pena.

Resta l'accusa di avere sparato inopinatamente in mezzo alla strada, ma cade quella ben più pesante di spaccio di sostanze stupefacenti. Il  Gup Stefano Sernia, nel processo celebratosi con rito abbreviato, ha condannato ad un anno e 2 mesi di reclusione, il 46enne di Lecce Antonio Martina.
 
Il pubblico ministero di udienza Maria Rosaria Micucci aveva invocato una pena di 4 e 6 mesi. L'imputato ha dunque ottenuto un sostanzioso " sconto" di pena, rispetto alla richiesta del pm, poiché, pur essendo stato condannato per spari in luogo pubblico, detenzione e ricettazione dell’arma, è stato assolto dalle accuse di spaccio e danneggiamento aggravato.
 
Il giudice dell'udienza preliminare ha accolto la tesi difensiva dei difensori di Martina, gli avvocati Fritz Massa e Antonella Corvaglia secondo i quali, il quantitativo di droga ritrovato nell'abitazione fosse da ricondurre all'uso personale. Infatti, da una consulenza medica, richiesta dalla difesa e prodotta in udienza, il 46enne di Lecce risulterebbe affetto da tossicodipendenza e questo stato si protrarrebbe da 20 anni. Inoltre, le banconote ritrovate, sarebbero soldi che gli avrebbe dato la madre e non frutto di proventi illeciti per attività di spaccio.
 
Subito dopo la decisione del giudice, Martina è stato rimesso in libertà, visto che dal momento dell'arresto avvenuto più di un anno fa, avrebbe avuto modo di scontare per intero la pena.
 
Martina fu arrestato il 22 settembre di un anno fa, dopo che alcuni residenti di via Montello, dove si udirono degli spari, avevano chiamato la Polizia. Un colpo aveva danneggiato la parte anteriore della Fiat panda di un cittadino, mentre una seconda pallottola si era conficcata contro il muretto di un’abitazione in cui risiedevano alcune donne di nazionalità straniera che possedevano un cane di piccole dimensioni (dalle prime indagini sarebbe emerso che Martina non sopportasse il continuo abbaiare del cane).
 
I controlli nell’abitazione dell'uomo consentirono di ritrovare una pistola semiautomatica, una somma di denaro corrispondente a circa 750 euro, in 15 banconote da 50 e poco più di 8 grammi di eroina.



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