Calunnia ai danni di Vincenzo Barba. Confermata la condanna in Appello per un imprenditore gallipolino

Antonio Calvi è stato invece assolto dall’accusa di falsità in scrittura privata. La Corte ha dunque ridotto la pena a 2 anni e 9 mesi per l’imprenditore, condannato in primo grado a a 3 anni.

Arriva la conferma della condanna per calunnia ai danni dell’ex onorevole Vincenzo Barba, ma anche una riduzione della pena, per l’imprenditore gallipolino Antonio Calvi.

La Corte di Appello (Presidente Carlo Errico) ha inflitto la pena di 2 anni e 9 mesi, nei confronti dell’imputato.

Durante la requisitoria in aula, il sostituto procuratore generale Salvatore Cosentino ha chiesto la conferma della condanna per il reato di calunnia e l’assoluzione in merito all’accusa di falsità in scrittura privata, poiché non è più previsto dalla legge come reato. Tesi poi accolta dalla Corte di Appello.

Invece, nel 2014, il giudice monocratico Michele Toriello condannò Calvi a 3 anni. E dispose il risarcimento del danno di complessivi 22mila euro a favore di Barba e dell’allora consigliere comunale, Alessandro Buccarella che si sono costituiti parte civile, attraverso l’avvocato Andrea Sambati.

Antonio Calvi è difeso dall’avvocato Umberto Leo, il quale una volta depositate le motivazioni della sentenza potrà presentare ricorso in Cassazione.

I fatti

I fatti risalgono a quasi vent’anni fa e riguardano due beni immobili di Gallipoli acquistati da Vincenzo Barba e intestati ad Alessandro Buccarella.
Calvi, secondo l’accusa avrebbe dichiarato il falso, per dimostrare che gli immobili erano stati acquistati sulla base di un suo mandato. Venne anche eseguita una perizia grafologica che avrebbe dimostrato la falsità del documento.