
La Cassazione annulla il provvedimento del Riesame, dello scorso agosto, che confermava l’ordinanza in carcere a firma del gip, per la responsabile dell’ufficio assistenza protesi della Asl di Lecce.
La decisione è maturata dopo il ricorso degli avvocati di Carmen Genovasi, 46 anni di San Pietro in Lama. I legali hanno sostenuto l’insussistenza del rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, nell’agosto scorso.
Il collegio difensivo è formato dagli avvocati Stefano De Francesco, Ladislao Massari e Simona Ciardo. La Cassazione ha annullato con rinvio il provvedimento e ora il Riesame dovrà fissare una nuova udienza, al termine della quale dovrà pronunciarsi sulla misura cautelare per la Genovasi.
Ricordiamo, che al termine del blitz del giugno scorso, Carmen Genovasi, 46 anni di San Pietro in Lama e Giuseppe Bruno, 57enne di Collemeto, rappresentante di protesi, sono stati colti in flagranza di reato durante la consegna di una busta contenente 850 euro in contanti, in cambio di prescrizioni già autorizzate da portare, successivamente, all’incasso all’Asl di Lecce.
Sono stati dunque sottoposti a fermo come disposto dai sostituti procuratori Roberta Licci e Massimiliano Carducci.
Il gip Gallo, dopo gli interrogatori, ha convalidato gli arresti e confermato la misura cautelare del carcere per Carmen Genovasi, 46 anni di San Pietro in Lama e Giuseppe Bruno, 57enne di Collemeto. Il gip Giovanni Gallo, dopo gli interrogatori, ha convalidato gli arresti e confermato la misura cautelare del carcere per entrambi.
Rispondono delle accuse di corruzione, falso ideologico e turbata libertà nella scelta del contraente.
L’inchiesta
Nel giugno scorso, i militari del Gico hanno compiuto un blitz nell’Ufficio protesi, all’ex ospedale in piazzetta Bottazzi, dove il rappresentante sarebbe stato sorpreso mentre consegnava alla funzionaria 850 euro in cambio, secondo le indagini, di prescrizioni già autorizzate da portare poi all’Asl di Lecce per l’incasso.
Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce, coordinate dalla Procura, parlano di un rapporto corrotto tra la funzionaria e alcuni imprenditori del settore protesi (ausili ortopedici e audiometrici), basato sullo scambio di denaro e altre regalie. Secondo gli investigatori, la funzionaria assegnava le pratiche ai singoli imprenditori direttamente, di fatto ignorando il diritto del paziente di scegliere le protesi, spesso pagandole più del dovuto o fornendo ausili non esattamente adeguati alle necessità.
Intanto, l’Asl nei mesi scorsi, ha disposto la sospensione in via cautelativa dal servizio della Genovasi, responsabile dell’ufficio Assistenza protesi della Asl di Lecce.