La Procura leccese chiude l’inchiesta sul raid vandalico al gazebo della Lega, allestito in piazza Sant’Oronzo, alla vigilia dell’arrivo in città di Matteo Salvini.
Il pm Donatina Buffelli ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a sette persone, appartenenti all’area anarco-insurrezionalista e di età compresa tra i 40 ed i 64 anni. Rispondono a vario titolo, di violenza privata e danneggiamento.
Dunque, al termine dell’inchiesta, è rimasto pressoché invariato il quadro probatorio emerso dopo l’indagine-lampo degli uomini della Digos. Adesso gli indagati, assistiti dagli avvocati Carlo Sariconi e Francesco Calabro hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive.
L’inchiesta
Ad incastrare gli indagati le telecamere di videosorveglianza che hanno permesso di dare un volto e un nome ai responsabili. Secondo l’accusa, il 19 maggio scorso, avrebbero distrutto lo stand, minacciato i presenti e ferito al volto una ragazza di 17anni, figlia di un simpatizzante del movimento politico, che indossava la pettorina con il simbolo del Carroccio. Per questo episodio, due indagati (un uomo ed una donna) rispondono anche dell’accusa di rapina.
E poi, vengono contestati insulti e minacce, del tipo: «Andate via da qui, fascisti di m….», «per il vostro Salvini restiamo i terroni». «È meglio che martedì non si presenti». Non solo, poiché gli indagati avrebbero preso a calci il gazebo fino a farlo crollare.
