La Procura chiude le indagini sul caso dell’anziano arrestato nel febbraio scorso per avere adescato dei ragazzini con piccoli regali, costringendoli a soddisfare le proprie perversioni sessuali all’interno di un casolare. L’avviso di conclusione delle indagini è a firma del sostituto procuratore Stefania Mininni.
Vengono ribadite le accuse confluite nell’ordinanza di arresto a firma del gip Giulia Proto, nei confronti di un 69enne di Taviano. Nelle prossime settimane, la Procura dovrebbe chiedere il rinvio a giudizio dell’uomo. A quel punto, l’avvocato Carlo Portaccio, legale del presunto pedofilo, potrebbe avanzare richiesta di rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo). Non solo, la difesa chiederà presumibilmente, in sede di udienza, una perizia psichiatrica al giudice per accertare se il 69enne sia capace d’intendere e di volere e di stare in giudizio in vista di un processo.
Sarebbero cinque le vittime di abusi sessuali, per mano dell’anziano, nei pressi di un casolare. Si trattava di soggetti vulnerabili che non erano in grado di opporsi ai perversi istinti sessuali di un uomo di quasi 70 anni.
L’anziano forniva loro uno “spazio” dove giocare a carte, mangiare pizze e panini, fumare sigarette, facendo leva sul loro sentimento di aggregazione. E in cambio chiedeva un prezzo assai alto, al quale le vittime non erano in grado di opporsi. Difatti, come emerso nel corso delle indagini, il tavianese li avrebbe condotti presso un casolare e al suo interno avrebbe compiuto nei loro confronti atti sessuali. Non solo, perché, è stato trovato in possesso di materiale pedopornografico.
L’altra inchiesta “parallela”
Nei mesi scorsi, invece, sono stati ascoltati dal pm Stefania Mininni, come persone informate sui fatti, i genitori di Mauro Romano, il bimbo di sei anni scomparso a Racale, il lontano 20 giugno 1977. Difatti, Natale Romano e Bianca Colaianni, dopo l’arresto del 69enne di Taviano nell’ambito della suddetta inchiesta per pedopornografia, sperano che dagli accertamenti investigativi emergano elementi utili per far luce sulla scomparsa del proprio figlio. E attraverso il legale Antonio La Scala hanno chiesto la riapertura delle indagini. E come atto dovuto in vista dei necessari accertamenti investigativi, il 69enne è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Si tratta dello stesso uomo venne arrestato circa 40 anni fa con l’accusa di tentata estorsione. Telefonava ai genitori di Mauro Romano, chiedendo loro denaro in cambio di notizie sul figlio di cui si erano perse le tracce.