Abusi sessuali sulla nipote di appena 8 anni. Zio condannato a 12 anni

I giudici hanno disposto anche una provvisionale di 10mila euro ed il risarcimento del danno in separata sede in favore della vittima, ora maggiorenne.

Arriva una dura condanna per uno zio accusato di una lunga serie di abusi nei confronti della nipote.

Nelle scorse ore, al termine del processo di primo grado con rito ordinario, i giudici della prima sezione collegiale (presidente Annalisa De Benedictis, a latere Giovanna Piazzalunga ed Elena Coppola) hanno inflitto la pena di 12 anni di reclusione ad un 45enne di un paese a pochi chilometri da Lecce. L’imputato rispondeva del reato di violenza sessuale aggravata.

Il pm Simona Rizzo, al termine della requisitoria, aveva invocato la condanna a 6 anni.

I giudici hanno disposto anche una provvisionale di 10mila euro ed il risarcimento del danno in separata sede in favore della vittima, ora maggiorenne, che si era costituita parte civile con l’avvocato Anna Pecora.

Non solo, poiché sono state stabilite, come pena accessorie, anche l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e da ogni tipo di contatto con i minorenni.

Una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 90 giorni), la difesa, rappresentata dall’avvocato Emanuele Leo, potrà presentare ricorso in Appello.

Le indagini

I fatti si sarebbero verificati in un paese a pochi chilometri da Lecce, tra il 2011 e 2017.

Gli episodi contestati dalla Procura sarebbero svariati, considerando l’arco di tempo di ben sette anni in cui sarebbero avvenuti. In particolare, sarebbero emerse una serie di molestie e palpeggiamenti nelle parti intime da parte dello zio, nei confronti della bambina, che occorre ricordare, nel 2011 aveva appena 8 anni.

Successivamente, si è svolto l’incidente probatorio  presso il Tribunale per i Minorenni. In quella sede si è tenuto l’ascolto protetto della presunta vittima dinanzi al gip Cinzia Vergine, alla presenza del consulente tecnico Sara Scrimieri che ha poi confermato l’attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa.

Nel settembre del 2020, il gup Giovanni Gallo aveva rinviato a giudizio l’imputato. E si è giunti alla celebrazione del processo, conclusosi con la dura condanna in primo grado dell’imputato.



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