Si conclude con la condanna, il processo a carico di un 69enne di Borgagne accusato di una serie di prestiti a strozzo ai danni di un imprenditore.
Al termine del processo, nella giornata di ieri, i giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Roberta Maggio) hanno inflitto la pena di 3 anni di reclusione ed 8mila euro di multa ad A.G.T. Non solo, poiché è stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e la confisca di 17mila euro.
Non solo, poiché i giudici hanno disposto il risarcimento in sede civile e una provvisionale di 50mila euro, in favore di un imprenditore specializzato nella vendita di prodotti agricoli che era parte civile nel processo con l’avvocato Dimitry Conte.
Invece, il pm Alberto Santacatterina, al termine della requisitoria, aveva invocato l’assoluzione dell’imputato dall’accusa di usura.
L’imputato difeso dagli avvocati Luigi Covella e Andrea Presicce farà ricorso in Appello.
I fatti si sarebbero verificati tra Melendugno e Martano, dal febbraio del 2009 e fino allo stesso mese del 2013. Le indagini della Guardia di Finanza hanno preso il via dalla denuncia dell’imprenditore.
Secondo l’ipotesi accusatoria, il 69enne di Borgagne avrebbe prestato, tramite due assegni bancari, la somma di 7.500 euro. Il presunto cravattaro avrebbe però applicato interessi usurari del 233%, chiedendo la restituzione entro un anno dell’importo complessivo di 25mila euro. E sempre secondo l’accusa, avrebbe mascherato l’operazione finanziaria attraverso un contratto simulato di vendita di due terreni agricoli della vittima.