Accoltellò un connazionale dopo una lite. “Cade” l’accusa di tentato omicidio per un 29enne

Il gup Marcello Rizzo ha inflitto la pena di 1 anno per lesioni personali, a carico di Mohammed Er Ramy, dopo l’abbreviato.

“Cade” l’accusa di tentato omicidio, al termine del processo, per il 29enne marocchino, accusato di avere accoltellato un suo connazionale.

Il gup Marcello Rizzo ha inflitto la pena di 1 anno per lesioni personali, a carico di Mohammed Er Ramy, dopo l’abbreviato. Il giudice ha accolto l’istanza dell’avvocato Raffaele Benfatto, con il “consenso” del pm Maria Vallefuoco.

I fatti

Le lancette dell’orologio segnavano le ore 14:30 circa del 7 maggio scorso, quando gli agenti di polizia mentre transitavano in Via Duca degli Abruzzi, sono stati avvicinati da un giovane extracomunitario che presentava la mano sinistra insanguinata e che ha riferito loro di avere subito poco prima un’aggressione poco distante, da parte di un suo connazionale che lo aveva accoltellato agli arti inferiori e poi era fuggito a bordo di mountain bike.

Gli agenti hanno acquisito la descrizione dell’aggressore e si sono posti immediatamente alla ricerca, rintracciandolo subito dopo, in Viale Leopardi. Al momento del ritrovamento, lo straniero aveva una ferita da taglio alla mano destra.

Nel frattempo sul luogo dell’evento è sopraggiunta un’ambulanza del 118 che ha accompagnato la vittima in ospedale per le cure del caso.

Gli agenti, seguendo le tracce ematiche sullasfalto, hanno rinvenuto l’arma del delitto, un coltello a serramanico con la lama di 10 centimetri intrisa di sangue, nascosto all’interno di una crepa presente in un muro di recinzione.

La vittima dopo le dimissioni dall’ospedale di Scorrano, dove gli è stata riscontrata una ferita alla coscia sinistra, suturata e giudicata guaribile in 8 giorni salvo complicazioni, ha sporto querela contro Er Ramy, dichiarando che tutto era scaturito da una discussione con un altro suo connazionale, che lo accusava del furto di una bicicletta e di uno zaino.

L’arrestato, su disposizione del Sostituto Procuratore Stefania Mininni è stato tradotto presso il carcere di “Borgo San Nicola”.



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