Inchiesta case popolari, Riesame conferma i domiciliari per Antonio Torricelli

Sotto la lente d’ingrandimento della Procura, sarebbero poi finiti una serie di atti amministrativi per favorire l’assegnazione di alloggi in cambio del voto

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Rimane ai domiciliari l’ex consigliere comunale Antonio Torricelli, nell’inchiesta “Estia” sulla gestione delle case popolari.

Il Tribunale del Riesame (Presidente Silvio Piccinno, a latere Pia Verderosa e Anna Paola Capano) ha rigettato l’istanza della difesa che chiedeva l’annullamento dell’ordinanza di misura cautelare del gip Giovanni Gallo.

Nel corso dell’udienza camerale di ieri mattina, l’avvocato Luigi Covella ha chiesto la scarcerazione del proprio assistito e quanto meno la sostituzione della misura dei domiciliari, con quella dell’obbligo di dimora. Anzitutto, secondo il legale, non vi sarebbero più le esigenze cautelari, anche perché gli episodi contestati ad Antonio Torricelli si sarebbero verificati fino al 2015. Inoltre, la richiesta di scarcerazione è legata a motivi di salute ed all’età dell’indagato.

La difesa si è rivolta al Riesame dopo che poche settimane fa, il gip Giovanni Gallo ha rigettato l’istanza nonostante il parere favorevole dei pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci.

Le accuse

Sotto la lente d’ingrandimento della Procura, sarebbero poi finiti una serie di atti amministrativi per favorire l’assegnazione di alloggi in cambio del voto.

Emblematico il rapporto di scambio intercorso tra Antonio Torricelli e l’assegnataria di una casa popolare indagata. In questo caso specifico, vi sarebbe stata la creazione di una lista di persone contattate da quest’ultima con l’assicurazione del voto per le regionali del 2015, in favore di un candidato del centrosinistra. Gli elettori contattati dovevano esprimere la propria preferenza in modo tale da permettere poi una “verifica” da parte del Torricelli.

Non solo, poiché ci sarebbe laltro presunto episodio corruttivo, evidenziato dal gip Gallo, riguardante un’altra occupante abusiva di immobili IACP, anch’ella indagata. In questo caso si tratterebbe dell’assegnazione di un alloggio in cambio del voto ottenuto da Attilio Monosi per le amministrative del maggio 2012. Nella vicenda sarebbe coinvolto Torricelli (che la indicava quale rappresentante di lista corrispondendole un compenso di 70 euro), per le suddette elezioni regionali del 2015.

Nel corso di oltre due ore d’interrogatorio di garanzia, Antonio Torricelli, 74 anni di Surbo, vicepresidente del consiglio comunale, ha negato ogni responsabilità, sottolineando di avere agito nel rispetto del proprio ruolo istituzionale.

Gli altri indagati

Intanto il Riesame,nelle scorse settimane, ha confermato le misure per tutti gli altri indagati “eccellenti”: Attilio Monosi, 48enne leccese, consigliere comunale ed all’epoca dei fatti, Assessore all’edilizia residenziale pubblica e politiche abitative; Pasquale Gorgoni, 63enne originario di Cutrofiano, coordinatore dell’Ufficio patrimonio; Luca Pasqualini, 47 anni di Lecce, consigliere comunale e addetto all’Ufficio casa del Comune di Lecce, all’epoca dei fatti.

Le accuse sono, a vario titolo ed in diversa misura, di associazione a delinquere, corruzione, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, falso ideologico.

Afferma il gip che : “Le assegnazioni venivano effettuate per garantire al politico un ritorno di tipo elettorale e la costituzione di un (fedele) bacino elettorale, capeggiato da alcune persone che avevano il ruolo di fungere da “collettore di voti”.

Dunque, come sottolinea il giudice Gallo, “vi sarebbe un sostanziale accordo di non belligeranza tra il Monosi e il Pasqualini (della compagine al governo della città) da una parte e il Torricelli dall’altra, diretto a fare in modo che ognuno potesse agire illecitamente, con il sostanziale appoggio degli esponenti della compagine politica avversa”.



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