Condizioni di salute precarie e rischio covid-19: Il presunto boss Giuseppe Amato lascia il carcere

Il Riesame ha accolto l’istanza della difesa. Decisiva, ai fini della decisione, la consulenza tecnica del medico legale Roberto Vaglio.

Le condizioni di salute del presunto boss Giuseppe Amato, detto Padreterno, sono incompatibili con il carcere e il Tribunale gli concede i domiciliari. Inoltre, l’emergenza covid-19, in caso di contagio, potrebbe mettere ulteriormente a rischio la salute del detenuto.

Nelle scorse ore, il Riesame (Presidente Carlo Cazzella, a latere Anna Paola Capano e Pia Verderosa) ha accolto l’istanza della difesa, rappresentata dai legali Vincenzo Blandolino e Ladislao Massari. Decisiva ai fini della decisione la consulenza tecnica del medico legale Roberto Vaglio.

Dunque, Amato che era detenuto nel carcere di Tolmezzo, (in provincia di Udine), potrà tornare a casa per essere curato. Il presunto boss è affetto da una grave malattia alla pelle.

Giuseppe Amato, 64enne di Scorrano, conosciuto come ‘Padreterno’, venne arrestato il 24 giugno del 2019, nel corso dell’Operazione «Tornado» che ha fatto luce sugli ‘affari’ di un’associazione criminale emergente, specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti.

Se Giuseppe Amato era il deux ex machina del sodalizio criminale, a gestire gli affari erano i suoi ragazzi, tutti giovanissimi. Erano ‘diretti’ dal figlio Francesco, detto “Checco”, 28enne di Scorrano, suo braccio destro “armato”.

Nei mesi scorsi l’inchiesta è giunta al capolinea. E dopo l’avviso di conclusione delle indagini, si attende la fissazione dell’udienza preliminare dinanzi al gup.



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