Il danno che avrebbero arrecato alle bellezze naturali e paesaggistiche di un tratto di costa di particolare pregio come quella ionica è costato caro ad uno stabilimento balneare di Santa Maria al Bagno, finito sotto sequestro. Dagli accertamenti effettuati dalla Guardia costiera di Gallipoli sono emerse, fin da subito, numerose anomalie che hanno spinto i militari ad apporre i sigilli. Anche con una certa urgenza.
Le verifiche, che sono state particolarmente “complesse”, si sono concluse nella tarda giornata di ieri e hanno permesso di appurare come la società che ha commissionato la realizzazione dello opere a servizio dello stabilimento balneare non risulta intestataria di alcun titolo concessorio. Per questo motivo, oltre al legale rappresentante sono stati denunciati in stato di libertà anche gli effettivi concessionari dell’area demaniale, come risulta dagli atti acquisiti, nonché il direttore di cantiere per aver realizzato opere in assenza di permesso di costruire, di concessione demaniale, oltre che dei relativi pareri obbligatori e vincolanti di natura paesaggistica in quanto aree sottoposte a vincolo.
Per non aggravare le conseguenze dei reati ipotizzati, gli uomini in divisa hanno deciso di applicare i sigilli a tutte le strutture rinvenute sul demanio marittimo tra cui pedane, docce, servizi igienici e relativi collegamenti per lo scarico non autorizzato recapitante nella fogna cittadina, impianti elettrici e persino scalette in metallo installate direttamente sulla scogliera.
Oltre ai reati a spiccata connotazione ambientale, sono emerse, occupazioni abusive di aree demaniali marittime nonché innovazioni non autorizzate su aree in concessione.
La fitta rete di controlli dei militari della Capitaneria di porto di Gallipoli prevede fino al termine della stagione estiva controlli serrati in ambito demaniale, al fine prevenire e, qualora necessario, reprimere, condotte illecite a discapito delle straordinarie bellezze naturali e paesaggistiche del litorale salentino.
