Adesca una 14enne su WhatsApp, denunciato 30enne residente fuori regione

La scoperta da parte degli agenti della Polizia di Gallipoli in seguito alla denuncia presentata dai genitori della giovane che avevano notato un cambio negli atteggiamenti.

Gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Gallipoli in seguito ad accurate indagini scaturite da una denuncia presentata quest’estate dai genitori di una quattordicenne residente nella zona jonica della provincia di Lecce – che da qualche tempo avevano notato uno strano mutamento delle abitudini e dello stile di vita della figlia – hanno denunciato un 30enne su cui, adesso, pende la grave ipotesi di reato di adescamento di minore.

I fatti

A suo tempo gli strani atteggiamenti non sono sfuggiti alla madre della giovane che alla fine le ha raccontato tutto: tormenti continui ovunque la minorenne si trovasse, caratterizzati da scambi di contenuti audio e video con organi sessuali in vista oltre a ripetute  e scabrose avances finalizzate al compimento di atti erotici a distanza.

L’uomo, residente in un’altra regione, aveva teso la trappola studiando ogni minimo particolare che potesse in qualche modo impedire alla 14enne di scoprire la sua reale identità di persona, che si era spacciato per minorenne a fronte di un’età accertata di oltre 30 anni. Questo è stato il particolare scoperto dai poliziotti del Commissariato, i quali, al termine di articolati accertamenti sono pervenuti comunque alla sua completa identificazione.

Adesso, ripetiamo, l’uomo sarà chiamato a rispondere dell’ipotesi di adescamento di minore davanti ai  Magistrati della Procura della Repubblica di Lecce che coordinano le indagini, mirate, tra l’altro, a verificare se il 30ennesi sia avvalso della complicità di altre persone e soprattutto se nella sua rete siano finite altre vittime.

Le raccomandazioni delle Forze dell’Ordine

Non esistono accorgimenti ben precisi da impiegare allo scopo di scongiurare simili trappole che si annidano sul web, ma è sempre buona norma essere prudenti prima di consegnare a persone sconosciute i propri dati personali e altro materiale come fotografie e numeri di telefono. In ogni caso, il ricorso allo strumento della denuncia è sempre sollecitato per impedire che crimini del genere continuino a provocare danni a giovani e inconsapevoli vittime.



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