Emergenza carceri: aumento di suicidi e tentati suicidi

Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria continua a denunciare la situazione drammatica che i detenuti pugliesi sono costretti a vivere.

Tante le denunce, presentate dal Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, relative alla drammatica situazione igienico – sanitaria e di vivibilità causata dal sovraffollamento di detenuti nelle carceri pugliesi. Ma nulla è cambiato. Suicidi, tentativi di suicidi e un clima di tensione e violenza che serpeggia nelle carceri: il tutto davvero preoccupante.

Le prime avvisaglie sono le manifestazioni di protesta, per ora pacifiche, che si sono registrate nei giorni scorsi da parte dei detenuti, i quali hanno sbattuto violentemente le suppellettili contro le inferriate (Lucera, Foggia, Brindisi, Bari, Lecce,Taranto, Turi,Trani ecc.).

Il Sappe vuole porre l’attenzione sui tentativi di suicidio nonché sugli  episodi di ordinaria violenza, in preoccupante aumento, che si consumano  giornalmente nelle carceri pugliesi. I tentativi di suicidio, evitati all’ultimo momento grazie al sacrificio ed al coraggio dei poliziotti penitenziari, dall’inizio dell’anno sono stati diverse decine e, per la maggior parte, sono  avvenuti presso gli Istituti che soffrono del  sovraffollamento più preoccupante , come Lecce, Foggia, Bari, Taranto.

Più volte, inoltre, il Sappe ha segnalato alle autorità competenti, che nelle carceri pugliesi una grande percentuale  di detenuti è a rischio per tutta una serie di patologie gravi da cui sono affetti (tossicodipendenti, malati cardiaci, malati cronici) e stanno aumentando anche i detenuti con gravi problemi psichiatrici. Il Sindacato lamenta la poca attenzione, anzi dichiara che “la Regione Puglia taglia l’assistenza in maniera irresponsabile”.  Nonostante, inoltre, i detenuti in Puglia siano tantissimi, “la Polizia Penitenziaria già in forte carenza – ci tiene a ricordare il Segretario Nazionale Federico Pilagatti – si è vista ulteriormente ridurre l'organico a seguito dei tanti pensionamenti di uomini e donne, nonché per le condizioni lavorative divenute insostenibili e stressanti”.