Nel complesso, si è proceduto al sequestro di tre immobili, per un valore catastale complessivo di circa 350mila euro, pari all’ammontare dell’IRES e dell’IVA evase. La Compagnia della Guardia di Finanza di Gallipoli ha dato esecuzione ad un’ordinanza di sequestro preventivo “per equivalente” in relazione a reati tributari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce, dott. Vincenzo Brancato, su richiesta del P.M. procedente, Sost. Proc. dott. Massimiliano Carducci. L’attività di indagine, svolta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, trae origine dall’esecuzione di due verifiche fiscali nei confronti di una società di capitali ed un’alta di persone. Operanti, rispettivamente, nel settore della costruzione di edifici residenziali e non dell’attività economica di installazione di impianti idraulico-sanitari. Entrambe con sede a Gallipoli.
All’esito dell’attività di verifica svolta nei confronti delle due società – da considerarsi, secondo le accuse dei baschi verdi, “evasori totali” con riferimento alle annualità d’imposta 2010, 2012 e 2013 – sono stati recuperati a tassazione elementi di reddito pari a circa 5,5 milioni di euro. E, inoltre, un’accertata evasione di IVA per oltre 500mila euro. Nel corso dell’attività ispettiva tributaria, iniziata a settembre 2014, è emerso – oltre all’occultamento di una parte consistente della base imponibile e stando sempre a quanto sostenuto dalle Fiamme Gialle nella conferenza stampa odierna tenutasi presso il Comando Provinciale di Piazzetta dei Peruzzi – anche un “giro” di false fatturazioni tra le due società. I finanzieri parlano di un ammontare complessivo di oltre 360mila euro; ciò al fine di evadere le imposte attraverso l’indebita deduzione di elementi passivi fittizi relativi a costi di fatto mai sostenuti.
Al fine di ricostruire la posizione fiscale delle due società, le Fiamme Gialle hanno proceduto ad effettuare l’accesso, oltre che presso i locali aziendali, anche al domicilio dei rappresentanti legali (ovviamente sempre su autorizzazione della Procura della Repubblica di Lecce), a seguito del quale è stata reperita ed acquisita agli atti delle verifiche della documentazione extracontabile, relativa ad operazioni commerciali “in nero” e, quindi, mai transitate sulla contabilità ufficiale delle aziende. Inoltre, in sede di accesso, all’interno degli stessi locali, è stata rinvenuta la contabilità di entrambe le aziende, le quali avevano stabilito la propria sede legale ed amministrativa presso il medesimo indirizzo, a riprova della unitarietà e contiguità nella gestione aziendale dei due soggetti economici.
Non solo. Nel corso delle due verifiche si sono svolte finanziarie sui rapporti bancari delle società, nonché dei loro rispettivi rappresentanti legali, le cui risultanze vengono definite “di fondamentale importanza al fine di determinare l’ammontare della base imponibile sottratta a tassazione in frode al Fisco”.
Al termine degli accertamenti fiscali, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce i due rappresentanti legali per i reati fiscali di infedele e fraudolenta dichiarazione mediante l’utilizzo nonché emissione di fatture per operazioni inesistenti.
