Avrebbe regolato alcune questioni di droga sparando un colpo di pistola al “rivale” ed oggi è arrivata la condanna per entrambi.
Il gup Vincenzo Brancato, al termine del processo con rito abbreviato, ha condannato il 26enne di Arnesano, Maicol Pagliara a 2 anni e a 6mila euro di multa, disponendone anche la scarcerazione immediata. L’uomo, difeso dall'avvocato Gabriele Valentini, risponde del reato di lesioni personali aggravate dal porto in luogo pubblico di pistola.
Non solo, poiché il giudice ha inflitto la pena di 1 anno e 6 mesi per favoreggiamento ad Alessio Rizzello, 39enne di Porto Cesario, vittima della aggressione armata. L'imputato è difeso dall'avvocato Luigi Rella. In precedenza, il pm Roberta Licci ha invocato una condanna a 2 anni e 6 mesi per Pagliara e di 1 anno nei confronti di Rizzello.
Maicol Pagliara, invalido civile, fu arrestato il 17 marzo scorso dai Carabinieri del Norm (Nucleo Operativo e Radiomobile) di Campi Salentina a seguito di ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Carlo Cazzella, su richiesta del P.M. Carmen Ruggiero.
Le indagini effettuate con la collaborazione dei militari della Stazione di Porto Cesare presero il via, a seguito di una segnalazione dell’Ospedale “San Giuseppe" di Copertino. Alessio Rizzello, si recò, accompagnato da un amico, presso il nosocomio per ricevere le cure necessarie a seguito di una ferita da arma da fuoco riportata al piede. Rimediata, a suo dire, per colpa di uno sconosciuto che poco prima lo aveva invitato a fermarsi per strada, mentre guidava l’autovettura dell’amico lungo la provinciale Porto Cesareo – Torre Lapillo. Costui, improvvisamente e senza dare alcuna spiegazione, l'avrebbe colpito con un pugno e ferito con l’arma da fuoco.
Eppure, le prime dichiarazioni non convinsero gli investigatori circa quanto riferito sull’andamento della serata, nonché sul motivo del prestito dell’autovettura. Venivano quindi avviate le indagini, nei confronti dei due soggetti e di altre persone coinvolte nella vicenda, tra cui la fidanzata di Pagliara. Nel corso delle stesse sarebbe emerso chiaramente come la versione di Rizzello di andare a prendere le sigarette non fosse compatibile con il ferimento, avvenuto in una zona isolata e lontana dal centro abitato. Non solo, in caserma, il ferito e l’amico si sarebbero lasciati andare a commenti che – confrontati con le informazioni date dalla fidanzata – facevano emergere il nome di Pagliara con il quale Rizzello era entrato in collisione per motivi riconducibili al traffico di sostanze stupefacenti.
È stato quindi ricostruito come Rizzello avesse detto “a caldo” alla fidanzata tutto quanto ma, per paura di ritorsioni, non avesse voluto parlare in quanto chi l’aveva sparato era considerato un soggetto pericoloso.
