Giustizia è fatta, si conclude con sei condanne il processo sulla morte di Simone Renda

Il processo sulla morte di Simone Renda, avvenuta il 3 marzo 2007 in un carcere messicano, si è conclusa con la condanna di sei imputati. Assolti, invece, gli agenti della polizia turistica del municipio di Playa del Carmen.

Si conclude con la condanna  di sei imputati, il processo sulla morte di Simone Renda avvenuta il 3 marzo 2007 in un carcere messicano a Playa del Carmen.
  
La Corte di Assise di Lecce (Presidente Roberto Tanisi, a latere Francesca Mariano e giudici popolari) ha inflitto 138 anni di carcere. Nello specifico: 25 anni di reclusione per Arceno Parra Cano, e Pedro May Balam, direttore e vicedirettore del Carcere Municipale; stessa pena per il giudice qualificatore di turno  Hermilla Valero Gonzalez. E poi 21 anni per Najera Sanchez Enrique e Luis Alberto Arcos Landeros, le due guardie carcerarie di turno e Gomez Cruz responsabile dell’ufficio ricezione del carcere.
  
Assolti Josè Alfredo Gomez e Francisco Javier Frias entrambi agenti della polizia turistica del municipio di Playa del Carmen. I giudici hanno fissato il termine di 45 giorni per il deposito delle motivazioni. Inoltre, la Corte di Assise ha disposto una provvisionale di 150 mila euro per Cecilia Greco e di 100mila euro in favore di Gaetano Renda che si sono costituti parte civile con gli avvocati Fabio Valenti e Pasquale Corleto ed il risarcimento danni in separata sede.
  
Gli imputati sono accusati, a vario titolo ed in diversa misura, del reato di omicidio volontario.
  
Inoltre, rispondono della violazione dell’articolo 1 della Convenzione ONU contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli disumani e degradanti che recita, “per avere, in concorso tra loro cagionato la morte di Simone Renda, sottoponendolo a trattamenti crudeli, inumani e degradanti al fine di punirlo per una presunta infrazione amministrativa, durante la sua detenzione nel carcere municipale di Playa del Carmen".



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