‘Hanno distrutto gli ulivi’: polemica sulle potature nei terreni dove passerà il gasdotto

In un terreno alle spalle della spiaggia di San Basilio, dove dovrebbe passare il micro-tunnel della Trans Adriatic Pipeline, le operazioni di potatura sarebbero state effettuate, come segnalato alla nostra redazione, ‘senza nessuna cognizione tecnica’.

Può una semplice potatura trasformarsi in un’accesa polemica destinata a non spegnersi nel giro di pochi minuti? La risposta è sì se la campagna interessata dai lavori è quella dove passerà il micro-tunnel della Trans Adriatic Pipeline. In un terreno alle spalle della bellissima spiaggia di San Basilio, dove è previsto l’approdo del gasdotto che da Baku (in Azerbaigian) porterà in Europa centrale 10 miliardi di metri cubi di gas per 50 anni, sono in corso le operazioni di potatura degli alberi di ulivo che, nelle scorse settimane, erano stati sottoposti ad alcune valutazioni fitosanitarie per determinate la presenza di eventuali infezioni di Xylella fastidiosa. 
 
Insomma, la società sta mettendo in pratica tutte quelle ‘buone pratiche agricole’ nell'area del futuro cantiere in vista dell’espianto degli ulivi che dovrebbe essere completato entro febbraio, marzo al massimo. Lungo il percorso a terra del gasdotto, infatti, alcune piante dovranno essere temporaneamente rimosse per consentire i lavori, ma una volta finiti ogni albero tornerà al proprio posto. O quasi considerando la distanza obbligatoria di 10 metri dall’asse del tubo più altri 2 metri per lato così come imposto da un’ordinanza dei Vigili del Fuoco. Le rassicurazioni, però, non sono bastate agli agricoltori e agli ambientalisti che non hanno mai nascosto il timore che gli ulivi, alcuni addirittura millenari, non riescano a sopravvivere al reimpianto. Se così fosse verrebbe danneggiato ancor di più il simbolo del Salento, già minacciato dal batterio killer.
 
Una premessa doverosa per capire quello che sta succedendo. Come segnalato alla nostra redazione, in un fondo interessato da questi lavori, le potature effettuate da un’azienda specializzata del territorio così come disposto dalla multinazionale svizzera, lascerebbero un  po’ a desiderare. Senza troppi giri di parole, stando a quanto ci è stato riferito sarebbero state fatte senza nessuna cognizione tecnica.  
 
«Nessuno ci ha saputo dire perché le potature sono state effettate in quel modo, come mai le piante sono state ‘distrutte’ – ci spiegano il nostro timore ora è che la stessa cosa si ripeta anche lungo gli altri 8 chilometri il tracciato».
 
Sul terreno in questione dove ci sono circa 400 ulivi, alcuni vecchi anche 50/60 anni questa mattina erano presenti anche gli ambientalisti che hanno tentato in tutti i modi di fermare i lavori, ma nulla. 



In questo articolo: