I pm salentini a Roma dal Ministro Martina: un incontro per spiegare lo stop al Piano Silletti

Il procuratore capo Cataldo Motta ed i sostituti Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci esporranno le ragioni del provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza. Sull’altro piatto della bilancia, come paventato dal Ministro Martina, c’è il rischio di messa in mora dell’ UE.

Un confronto per valutare le reciproche posizioni sul problema del disseccamento degli ulivi nel Salento. Nel pomeriggio di oggi, si sta svolgendo l'incontro tra il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina ed i pubblici ministeri della Procura di Lecce, titolari dell'inchiesta sul batterio Xylella che ha bloccato l'eradicazione degli alberi. Nella sede romana del Ministero, difatti, il procuratore capo Cataldo Motta ed i sostituti Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci esporranno le ragioni del provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza, poi convalidato dal gip Alcide Maritati, attraverso apposita ordinanza.

Anzitutto, l'inutilità del Piano Silletti al fine di debellare la Xylella Fastidiosa. Si parte dal presupposto comprovato scientificamente che, afferma il gup Maritati nell'ordinanza, "la sintomatologia del grave disseccamento degli alberi di ulivo non è necessariamente associata alla presenza del batterio, così come non è, ancora allo stato, dimostrato che sia il batterio, è solo il batterio, la causa del disseccamento". Infatti, il cosiddetto CODIRO, è legato alla compresenza di altri agenti patogeni ed alla messa in pratica di determinate tecniche colturali e pratiche agricole.

Nello specifico, secondo quanto sostenuto dalla Procura e poi dal Gip, il Piano Silletti sarebbe stato attuato attraverso una violazione dolosa e colposa delle disposizioni in materia ambientale. Infatti, le eradicazione di alberi di ulivo, avvenuti a centinaia, sono stati effettuate in assenza della obbligatoria procedura di valutazione di impatto ambientale ( la cosiddetta VAS). A tal proposito il giudice considera "abusiva"la condotta di Silletti, quantomeno dal punto di vista "amministrativo". Egli avrebbe dovuto operare nel rispetto del quadro normativo nazionale e transnazionale, procedendo ad esempio alla già citata VAS.

Il gip Maritati, nell'ordinanza di convalida è ancora più duro, quando parla di una "colposa compromissione e deterioramento significativo della biodiversità"; ma anche di "deturpamento delle bellezze naturali" per la presenza degli ulivi monumentali che rappresentano anche una risorsa economica, occupazionale e culturale. C'è poi il dato inconfutabile, prosegue il gip Maritati, del serio rischio per l'incolumità pubblica determinato dalle misure imposte dai " Piani Silletti" ( ad esempio l'uso massiccio di pesticidi).

Riguardo, infine alle prospettive che si sarebbero delineate, nel perseverare con il Piano Silletti, il gip Maritati parla del rischio "per l'area territoriale salentina di un vero e proprio irreversibile danno ambientale".Naturalmente,  sull'altro piatto della bilancia, come paventato dal Ministro Martina, c'è il rischio di messa in mora dell'Italia e di sanzioni da parte dell'Unione Europea, che potrebbe far scattare la tanto temuta "procedura d'infrazione". Il motivo? L'inadempienza nell'adozione di efficaci misure di contrasto alla Xylella. L'incontro di oggi, è "propedeutico" al fine di chiarire le posizioni delle due parti ed evitare dannose  contrapposizioni. Dopo, toccherà al Ministero trovare un piano "alternativo" a quello delle eradicazioni, per il bene dell'Italia e soprattutto degli ulivi salentini.



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