Avrebbe incendiato l’auto del comandante della stazione dei carabinieri di Vernole ed un suo compaesano è stato condannato a 2 anni e 4 mesi. Il gup Simona Panzera, nel processo con rito abbreviato, ha emesso una sentenza di colpevolezza nei confronti del barista 36enne Antonio Cucurachi, per il reato di tentato incendio.
Il pm Roberta Licci, nell'udienza del 22 febbraio scorso, aveva invocato una condanna a 3 anni e 6 mesi. Sempre in quella data, il giudice aveva disposto alcuni accertamenti per verificare, attraverso Google maps, se dal distributore in cui Cucurachi avrebbe riempito la tanica di benzina e dalla direzione presa dall'imputato, fosse possibile raggiungere Vernole. Infatti, nella scorsa udienza il difensore di Cucurachi, l’avvocato Silvio Verri, aveva contestato questa ipotesi, evidenziando anche come nei fotogrammi ripresi da una videocamera di videosorveglianza, l’attentatore indossasse un giubbotto diverso da quello sequestrato dai carabinieri al suo assistito (oggi il capo di abbigliamento "incriminato" è stato esaminato in aula). Il legale di Cucurachi aveva chiesto che l'accusa venisse riqualificata in danneggiamento, seguito da pericolo d'incendio.
Il 36enne di Vernole fu tratto in arresto nell’aprile del 2014. In seguito, il Tribunale del Riesame aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, come richiesto dall'avvocato Verri. Anche la Cassazione aveva confermato tale decisione, rigettando il ricorso della Procura.
Secondo l'accusa, Cucurachi è l'autore dell’incendio che la notte tra il 26 e il 27 febbraio, poco prima dell’una, distrusse l’autovettura privata del luogotenente Carmine Schirinzi. Quando, nella stessa notte del 27 febbraio, i carabinieri si recarono presso la sua abitazione, il 36enne era intento a giocare alla Playstation con tre amici del posto, di cui uno minorenne. I tre furono denunciati a piede libero per favoreggiamento personale.
Le indagini si avvalsero anche del contributo di immagini tratte dalle videocamere di videosorveglianza che mostrerebbero come Cucurachi avesse acquistato della benzina, poi versata in una tanica, pochi minuti prima dell’incendio. Subito dopo la sosta presso l’impianto di carburanti, l’uomo sarebbe passato nei pressi dell’abitazione del luogotenente con la propria vettura, effettuando un sopralluogo. Infine, si sarebbe recato presso un bar di Pisignano, dove ad attenderlo, ci sarebbero stati i suoi amici.
Cucurachi si sarebbe reso protagonista di un altro episodio incendiario (immortalato, anche in questo caso dalle telecamere di video sorveglianza), ai danni dell'ex sindaco Ferdinando Pedaci. L'imputato gli avrebbe incendiato il portone di casa, utilizzando della "diavolina". L'ex sindaco si era costituito parte civile, con l'avvocato Fabio Corvino, avanzando una richiesta risarcitoria che gli verrà liquidata in separata sede.
