Incidente mortale alle porte di Melendugno: si escluderebbe la presenza di un’auto

Si escluderebbe il coinvolgimento di una macchina. Si è trattato di uno scontro frontale tra la moto, guidata dal salentino e la bicicletta dello straniero.

Non era facile riuscire a ricostruire la dinamica dell’incidente avvenuto alle porte di Melendugno, a pochi passi da una stazione di servizio. Quando gli uomini in divisa e i soccorritori hanno raggiunto il posto, si sono trovati davanti ad una tragedia della strada, l’ennesima, in cui hanno perso la vita Antonio Maniglio, 46enne di Calimera e Diallo Boubacar, 28enne originario della Nuova Guinea, ma ospite di un certo di accoglienza salentino.

La “scena” raccontava di un violento impatto tra il salentino che, alla guida di una moto, viaggiava verso Melendugno e lo straniero che, in sella alla sua bicicletta, procedeva presumibilmente in direzione opposta, ma non è stato possibile – almeno in quei concitati momenti – escludere una seconda ipotesi: la presenza di un’auto, poi fuggita.

Ad escludere l’eventuale coinvolgimento di una macchina nella dinamica del sinistro sarebbero state le indagini successive che confermerebbero la pista dello scontro frontale, fatale per i due protagonisti. Quando le ambulanze del 118, chiamate da alcuni automobilisti di passaggio, hanno raggiunto il tratto per i due non c’era più nulla da fare. I sanitari non hanno potuto far altro se non constatare il decesso. I mezzi, invece, sono stati posti sotto sequestro per gli opportuni approfondimenti.

Le indagini sono coordinate dal Pubblico Ministero, Donatina Buffelli.

Una tragedia che si poteva evitare?

È questa la domanda che tiene banco in queste ore, in attesa di conoscere la ‘verità’ dettata dai riscontri effettuati. Non è la prima volta, purtroppo, che si verificano incidenti simili come ha ricordato anche Adriana Poli Bortone in una nota.

«Non si possono ricoverare immigrati in immobili fuori città e fornire (o consentire che prendano) biciclette prive di luce e catarifrangente. Forse le Prefetture nel comitato per la sicurezza – si legge – dovrebbero predisporre controlli nelle strutture di accoglienza ed impegnare queste ultime a provvedere alla messa a norma delle biciclette utilizzando parte dei 35 euro giornalieri percepiti per l’accoglienza di ogni singolo immigrato. Sarebbe un normale intervento di civiltà».



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