Forniva l’esplosivo e le ‘istruzioni tecniche’ per usarlo: interdittiva antimafia per la ditta di Donato Mega

Interdittiva antimafia e revoca della licenza: sono i provvedimenti a firma del Prefetto di Lecce nei confronti della ditta di Donato Mega, arrestato nell’Operazione Tornado.

Non faceva parte concretamente dell’associazione smantellata nell’Operazione «Tornado», ma Donato Mega, amministratore unico della società di fuochi d’artificio di Scorrano, era una sorta di ‘punto di riferimento’ per il clan. Non solo ha messo a disposizione della consorteria criminale gli esplosivi e le ‘istruzioni’ per fabbricare gli ordigni artigianali usati negli atti intimidatori, ma anche la sua competenza tecnica nel settore suggerendo, ad esempio, il giusto mix per potenziare la deflagrazione.

Visto il suo ruolo, non potevano che esserci conseguenze, tant’è che – nelle scorse ore – i Carabinieri gli hanno notificato un’interdittiva antimafia, firmata dal Prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta. Non solo, al 37enne – accusato di concorso esterno in associazione mafiosa – è stata revocata la licenza, rinnovata nel 2017 dalla stessa Prefettura che nelle scorse ore ha emesso la misura.

Il provvedimento

Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 22.00, quando gli uomini in divisa della Stazione di Scorrano hanno bussato alla porta della Casa Circondariale di Lecce per notificare a Mega il provvedimento della Prefettura con il quale veniva disposta, come detto, la revoca della licenza di deposito e vendita di prodotti esplosivi di IV e V categoria, con l’obbligo di cedere tutto il materiale a qualcuno che abbia le autorizzazioni per averlo.

Il ruolo di ‘Duccio’

Mega avrebbe fornito il materiale esplosivo per ‘confezionare’ gli ordigni artigianali con cui il clan aveva intenzione di mantenere il suo dominio nei comuni di Scorrano e Maglie e ‘punire’ chiunque osasse mettere in discussione il loro potere. Non solo, anche il suo know-how era a disposizione dei «ragazzi di Padreterno» come era chiamato il boss Giuseppe Amato, deux ex machina dell’associazione smantellata. Tanti gli episodi riportati nell’ordinanza a firma del Gip, secondo cui “la frequenza dei rapporti con i componenti dell’organizzazione consente di ricavare che l’indagato fosse consapevole del fatto che si trattava di materiale destinato alla realizzazione di attività illecite”.

Diversi i consigli su come mescolare bene gli ingredienti o confezionare al meglio gli ordigni, per aumentare la potenza distruttiva. Un intreccio di relazioni tra Mega e il clan, soprattutto con il suo esponente di spicco, Francesco Amato che ha spinto il prefetto di Lecce ad a procedere con l’adozione di un’informazione antimafia interdittiva a carico della  società  di Duccio e alla revoca della licenza.



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