
Ribadisce in lacrime di non avere colpito il madonnaro e di avere appreso della sua morte dai poliziotti, il 23enne senegalese sottoposto a fermo per la morte di Leonardo Vitale, 69enne di Oria, artista di strada. nDavanti al gip Alessandra Sermarini, presso il carcere di Borgo San Nicola, si è svolta l’udienza di convalida del fermo di Mamadou Lamin, nato in Senegal, in Italia senza fissa dimora.
Il giovane, assistito di fiducia dall’avvocato Maurizio My, ha confermato in circa un’ora di interrogatorio quanto detto davanti al pubblico ministero, in Questura. Lamin ha confessato la rapina e ha chiesto scusa alla famiglia di Leonardo Vitale, ma ha dichiarato che non voleva ucciderlo. In quelle fasi concitate, ha riferito il giovane, si è rotta la maniglia del trolley e sono caduti entrambi per terra, ma non ha colpito Vitale. Non solo, non si era neanche reso conto che fosse in gravi condizioni ed ha saputo che era morto in ospedale (dopo sei giorni di coma) quando è stato rintracciato dai poliziotti. Il giudice dovrà ora decidere se convalidare il fermo ed eventualmente confermare la misura cautelare in carcere.
Lamin risponde dell’accusa di omicidio preterintenzionale con l’aggravante della minorata difesa della vittima e rapina aggravata, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Giorgia Villa e condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce, diretti dal Vicequestore Alessandro Albini.
Intanto, ieri mattina, è stata eseguita l’autopsia dell’artista di strada. Una forte emorragia cerebrale ha causato il decesso del madonnaro, come appurato dal medico legale Alberto Tortorella. Sarà l’esito della Tac, però, a chiarire se il madonnaro sia stato colpito in testa o se sia caduto nel corso di una colluttazione, battendo il capo.