Le analisi confermano: c’era del veleno nel caffè. La moglie cercò di intossicare il marito

L’uomo fu vittima di un’intossicazione da parte di sua moglie. Le analisi confermano quanto sospettato fin dal principio: nel caffè, la donna, all’insaputa del marito, aveva mescolato del pesticida

La perizia curata e firmata dal tossicologo Domenico Greco ha confermato quanto si era sospettato. Sono state rilevate tracce di topicida nella tazzina del caffè che spedì in ospedale un maresciallo dell’Aeronautica in pensione il 16 novembre scorso. Nel fondo della tazzina sono emersi granelli di veleno di colore fra il blu e il verde anche se le quantità non sarebbero ritenute tali da ritenere che abbiano potuto causare il decesso dell’uomo.

Il topicida, secondo la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Veglie, guidati dal maresciallo Matteo De Luca, sarebbe stato messo dalla moglie dell’uomo, una 55enne del posto, iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni personali. Il suo destino è legato alle valutazioni del caso che effettuerà il magistrato, alla luce dei risultati degli esami tossicologici. Uno specialista, inoltre, dovrà accertare se la donna al momento del tentativo di avvelenamento fosse capace di intendere e di volere e se avesse l’effettiva volontà di uccidere il coniuge.

Le indagini, anche grazie alle dichiarazioni fornite dai figli della doppia presenti al momento del fatto, delinearono uno scenario di tensioni fra i due coniugi. I rapporti si erano ormai deteriorati con il passare degli anni fino  quella domenica pomeriggio quando l’uomo, subito dopo aver bevuto il caffè, si accorse immediatamente di un sapore strano e amaro: quello di un pesticida. Non appena il malcapitato mandò giù il primo sorso della bevanda avvertì il suo sapore insolito e sgradevole che lo mise subito in allarme. Immediatamente il 60enne corse a chiedere aiuto alla guardia medica che invocò l’intervento dei sanitari del 118. Trasportato d’urgenza all’ospedale “San Giuseppe” di Copertino, l’uomo venne sottoposto ad una lavanda gastrica d’urgenza. La donna, invece, venne trasportata al nosocomio leccese dove fu sottoposta ad un trattamento sanitario obbligatorio per poi essere ricoverata nel reparto Psichiatria.



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