Picchiava e minacciava di morte il figlio autistico? Madre assolta dal reato di maltrattamenti

Una donna di mezza età, di un paese della Grecìa Salentina, era accusata di avere sottoposto a continue vessazioni il figlio di 12 anni perché non accettava la patologia del ragazzo.

Si conclude con l’assoluzione, il processo con il rito abbreviato nei confronti della madre di un bambino autistico, accusata di averlo offeso e picchiato. Il gup Michele Toriello ha assolto la donna, “perché il fatto non sussiste“. È stata accolta l’istanza avanzata dall’avvocato Tony Indino, legale dell’imputata. Anche la Pubblica Accusa ha invocato l’assoluzione. La donna rispondeva dell’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia aggravati.

Le accuse

Una donna di mezza età, di un paese della Grecìa Salentina, era accusata di avere sottoposto a continue vessazioni il figlio di 12 anni, poiché non accettava la patologia fisica e psichica del ragazzo. In particolare, secondo l’accusa rappresentata dal sostituto procuratore Donatella Palumbo, fino ad aprile del 2020, la madre avrebbe minacciato di morte e picchiato il figlio autistico ed invalido al 100%, con schiaffi, calci e pugni sul volto. Non solo, lo avrebbe insultato con un linguaggio scurrile ed offensivo e avrebbe sfogato su di lui i suoi scatti d’ira.

Il marito presentò una denuncia in un periodo di pre-separazione, successivamente ritirata dall’uomo che non si è neanche costituito parte civile. Aveva anche registrato alcuni dialoghi con la moglie, allegati alla denuncia assieme alle immagini dei lividi sul corpo del ragazzo.

La donna sosteneva nelle conversazioni di avergli premuto un cuscino in faccia, con il rischio di soffocarlo, utilizzando l’espressione dialettale “li misi lu cuscinu an facce”. E sempre in dialetto, riferiva al coniuge di averlo picchiato, esclamando “Lu lassai friddu a terra”.

La donna, dopo le indagini condotte dai carabinieri della locale stazione, venne raggiunta, nel mese di giugno del 2020, dalla misura del divieto di allontanamento dalla casa familiare a firma del gip Edoardo D’Ambrosio, richiesta dal pm, per la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. Il provvedimento venne poi revocato dal gip Toriello.



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