Un locale commerciale a Monteroni di Lecce, in via Umberto I angolo via E. De Filippo; due abitazioni sempre a Monteroni di Lecce e sempre site in via Umberto I angolo via E. De Filippo; la società GI.AN.CO. Srl con sede a Monteroni di Lecce, in via Umberto I n. 261; un villino di 7 vani e un terreno ubicati nel comune di Monteroni di Lecce in Contrada Saetta; la società DENNIS Srl con sede in Leverano in via F.lli Bandiera 30 e l’intero complesso aziendale con le rispettive unità locali: un supermercato con insegna “Meta” ubicato a Leverano via F.lli Bandiera; un supermercato con insegna “Gulliper” situato in Maglie in via V. Emanuele n. 136; un supermercato con insegna “Gulliper” a Leverano in via A. Moro; la società MI.CHE. Srl con sede a San Cesario di Lecce in via Madonna delle Vigne n. 9 e l’intero complesso aziendale con le rispettive unità locali: un supermercato ubicato in Leverano in via Cazzella n. 27; un supermercato con insegna “Pam” ubicato in Nardò in via Martiri Neretini 2; un punto vendita con insegna “Mondo Casa” a Leverano alla via XXIV Maggio angolo via Pantelleria e, infine un supermercato con insegna “Pam” a Leverano alla via XXIV Maggio angolo via Pantelleria, per un valore complessivo che ammonta a oltre 1,6 milioni di Euro.
È questo l’insieme delle aziende e dei beni immobili che la Direzione Investigativa Antimafia di Lecce ha confiscato in via definitiva riconducibile a Giovanni Mazzotta, 50enne di Monteroni, indiziato di appartenenza al sodalizio mafioso dei fratelli Tornese, già condannato con sentenza definitiva per traffico di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento di confisca è divenuto irrevocabile lo scorso 25 maggio 2015 con la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi da parte della Suprema Corte.
Il provvedimento segue quello di sequestro anticipato eseguito dalla Sezione Operativa leccese nel mese di maggio di alcuni anni fa, nel 2011 per la precisione, misura emessa dal Tribunale di Lecce a seguito della proposta di misura patrimoniale avanzata dal Procuratore Capo della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, a conclusione di una serie di articolate indagini patrimoniali svolte dalla Sezione Operativa di Lecce, che hanno consentito di accertare una evidente sproporzione tra i redditi esigui dichiarati da Giovanni Mazzotta e l’ingente patrimonio riconducibile alla sua persona.
