Presunte minacce in un call center, verso i dipendenti: cinque assoluzioni

Rispondevano, in concorso, del reato di violenza privata aggravata. In precedenza, il vpo d’udienza ha invocato per ciascun imputato la pena di 3 anni ed 8 mesi.

Avrebbero minacciato di licenziamento alcuni dipendenti del call center, impedendo qualsiasi pausa durante l’orario di lavoro?

Il giudice monocratico Valeria Fedele ha assolto, “perché il fatto non sussiste“: E.A.G. , 42enne di Soleto, in qualità di responsabile del call center ed i suoi collaboratori, M.A.P. , 38enne di Presicce; M.C.A.A., 38 anni di Scorrano; M.D.V., 34 anni di Lizzanello; V.M., 39enne di Lizzanello.

In precedenza, il vpo d’udienza ha invocato per ciascun imputato la pena di 3 anni ed 8 mesi.

Rispondevano, in concorso, del reato di violenza privata aggravata.
I fatti si sarebbero verificati nel 2012 in un call center di Cavallino.

Le indagini

Secondo l’accusa rappresentata dal pubblico ministero Paola Guglielmi, i cinque imputati avrebbero costretto i dipendenti assunti con contratti CO.CO.PRO., a tenere un ritmo produttivo esasperato. Per ottenere ciò, avrebbero messo in atto, una serie di minacce, insulti e commenti denigratori.

Non solo, poiché i dipendenti, si sarebbero dovuti attenere ad un serie di prescrizioni. Il divieto del telefono cellulare e l’interruzione del lavoro per andare in bagno o per malesseri dovuti ad un uso prolungato del computer.

Le indagini hanno preso il via, dalla denuncia presentata da una dipendente. Durante il dibattimento, sono stati ascoltati numerosi testimoni, sia della difesa che della pubblica accusa.
Gli imputati sono assititi dagli avvocati Viola Messa, Francesco Calabro, Francesco De Iaco. Invece, le parti civili era assistite, tra gli altri, dai legali: Roberta Capodieci, Benedetto Scippa, Salvatore De Mitri.