Minacce e maltrattamenti ai genitori per iscriversi a scuola guida. Giovane di Nardò condannato a 3 anni e 6 mesi

Il 25enne rispondeva dei reati continuati di maltrattamenti in famiglia, violenza privata, estorsione e tentata estorsione, ubriachezza abituale. Sono tre complessivamente gli episodi contestati dal sostituto procuratore Stefania Mininni, verificatisi nel giugno del 2014.

Arriva una condanna 3 anni e 6 mesi per un giovane di Nardò, accusato di aver aggredito e minacciato i genitori per ottenere alcune somme di denaro. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Elena Coppola (alla sua ultima udienza presso il Tribunale di Lecce, prima del trasferimento a Taranto).

Il 25enne neretino rispondeva dei reati continuati di maltrattamenti in famiglia, violenza privata, estorsione e tentata estorsione, ubriachezza abituale.  

Sono tre  complessivamente gli episodi contestati dal sostituto procuratore Stefania Mininni, verificatisi nel giugno del 2014. Anzitutto, il giovane avrebbe  avuto un diverbio con i genitori al fine di sollecitarli all'iscrizione presso la Scuola Guida, per il conseguimento della patente. Il ragazzo avrebbe, in quest'occasione, distrutto alcune suppellettili della casa e spintonato ed offeso i genitori con frasi del tipo "Affanculo a te e tuo marito".

In un'altra occasione, avrebbe preteso piccole somme di denaro (consegnategli dai genitori), sempre attraverso forme vessatorie. Infine, avrebbe  richiesto la somma di 1.000 euro (mai concessa). Di fronte al rifiuto della madre, le avrebbe chiesto, minacciandola con un coltello, di accompagnarlo presso i Carabinieri (in caso di rifiuto si sarebbe tagliato le vene).

Convintola a prendere la macchina, l'avrebbe nuovamente minacciata con il coltello, con il rischio di farla finire fuori strada. Infine, dopo altre forme di violenza,  sarebbero arrivati presso la stazione dei Carabinieri di Nardò.

Il difensore del 25enne neretino, l'avvocato Ezio Maria Tarantino, ha invece chiesto l'assoluzione riguardo il  tentativo di estorsione per l'insussistenza della violenza. Il legale ha anche contestato l'accusa di ubriachezza, nei frangenti in cui si sarebbe manifestata la violenza del giovane, ritenendola insussistente da risultanze processuali (il giovane aveva già fatto la pre-iscrizione alla Scuola Guida  e le analisi era risultate negative).

Le indagini presero avvio dalla denuncia della madre e fu disposto l'allontanamento dalla casa familiare.



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