Muore per le complicanze di una gastroscopia. Indagati altri tre medici

Il marito della vittima ha sporto una dettagliata denuncia. La famiglia vuole che si faccia chiarezza su quanto avvenuto durante l’esame effettuato presso una clinica privata di Lecce e capire se siano state rispettate le linee guida.

Altri tre medici indagati per la morte di una donna, deceduta dopo le complicanze di una gastroscopia. Si tratta dei “camici bianchi” presenti nell’ambulatorio al momento dei fatti.

Il pubblico ministero Maria Vallefuoco conferirà l’incarico per l’autopsia al medico legale Roberto Vaglio, il 6 novembre prossimo. Presumibilmente, il giorno stesso, verrà eseguito l’esame sul corpo di Teresa Tramacere, 49enne di Squinzano. Come atto dovuto in vista dell’autopsia, il pm aveva già iscritto nel registro degli indagati il nominativo di un medico del reparto di gastroenterologia di una clinica privata di Lecce, con l’accusa di omicidio colposo.

Ricordiamo che il marito della vittima, nelle scorse ore, ha presentato una dettagliata denuncia, attraverso il legale Cosimo Miccoli, presso i carabinieri di Squinzano. Il difensore ha anche prodotto un’integrazione, chiedendo di verificare se al momento della gastroscopia, fossero state rispettate le linee guida per i pazienti afflitti da obesità.

Il decesso è avvenuto martedì pomeriggio scorso, presso l’Ospedale “Vito Fazzi”. La famiglia vuole, però, che si faccia chiarezza su quanto avvenuto durante la gastroscopia effettuata presso un centro medico privato.

La signora Tramacere, dopo essersi rivolta uno specialista, aveva prenotato una visita presso la suddetta clinica. Qui, doveva infatti sottoporsi all’esame endogastroscopico, in vista di un successivo trattamento antiobesità in un ospedale fuori Provincia. Infatti, 19 ottobre scorso, si era recata con le proprie gambe, in compagnia del marito, per sottoporsi alla gastroscopia. Al termine della stessa, però, si sarebbe sentita male. Infatti, dopo circa 25 minuti sarebbe entrata in arresto cardiaco.A quel punto, si sarebbe reso necessario il trasporto d’urgenza presso il “Vito Fazzi” è ricoverata in Rianimazione. La donna, giunta in gravi condizioni, dopo quattro giorni trascorsi in stato di coma, non ce l’avrebbe fatta.