Nassiriya. 8 anni fa la strage

Ricorre oggi l’ottavo anniversario della strage di Nassiriya, dove morirono 19 persone impegnati in una missione di pace. Rimane ancora vivo il ricordo di quel maledetto giorno.

Ricorre oggi l'anniversario della strage di Nassiriya in cui persero la vita 19 persone tra militari e civili, impegnati in una missione di pace. 8 anni dopo si ricorda e celebra quella data 'per non dimenticare'.

  • PIETRO PETRUCCI: 22 anni, di Casavatore (Napoli), caporale dell'esercito.
  • DOMENICO INTRAVAIA, 46 anni, di Monreale, appuntato dei Carabinieri in servizio al comando provinciale di Palermo.
  • ORAZIO MAJORANA, 29 anni, di Catania, carabiniere scelto in servizio nel battaglione Laives-Leifers in provincia di Bolzano.
  • GIUSEPPE COLETTA, 38 anni, originario di Avola (Siracusa) vicebrigadiere in servizio al comando provinciale di Castello di Cisterna (Napoli);
  • GIOVANNI CAVALLARO, 47 anni, nato in provincia di Messina e residente a Nizza Monferrato, maresciallo in servizio al comando provinciale di Asti;
  • ALFIO RAGAZZI 39 anni, maresciallo dei carabinieri in servizio al Ris di Messina, sposato e con due figli;
  • IVAN GHITTI 30 anni, milanese, carabiniere di stanza al 13/mo Reggimento Gorizia.
  • DANIELE GHIONE 30 anni, di Finale Ligure (Savona), maresciallo dei carabinieri in servizio nella compagnia Gorizia.
  • ENZO FREGOSI 56 anni, ex comandante dei Nas di Livorno dove viveva con la famiglia.
  • ALFONSO TRINCONE 44 anni, era originario di Pozzuoli (Napoli) ma risiedeva a Roma con la moglie e i tre figli.
  • MASSIMILIANO BRUNO 40 anni, maresciallo dei carabinieri di origine bolognese, biologo in forza al Raggruppamento Investigazioni scientifiche (Racis) di Roma.
  • ANDREA FILIPPA 33 anni, torinese, carabiniere dall' età di 19. Era esperto di missioni all' estero che lo tenevano costantemente lontano da casa.
  • FILIPPO MERLINO 40 anni, originario di Sant' Arcangelo (Potenza), sposato.
  • MASSIMO FICUCIELLO 35 anni, tenente dell' esercito, figlio del gen. Alberto Ficuciello.
  • SILVIO OLLA 32 anni, dell' isola Sant' Antioco (Cagliari), sottufficiale in servizio al 151/o Reggimento della Brigata Sassari.
  • EMANUELE FERRARO 28 anni, di Carlentini (Siracusa), caporal maggiore scelto in servizio permanente di stanza nel 6/o Reggimento trasporti di Budrio (Bologna).
  • ALESSANDRO CARRISI 23 anni, di Trepuzzi (Lecce), caporale volontario in ferma breve, anche lui in servizio nel 6/o Reggimento trasporti di Budrio.

Sono i nomi delle 19 persone che hanno perso la vita nell'attentato kamikaze alla base italiana "Maestrale" di Nassiriya. Era il 12 Novembre 2003. Un giorno come tanti altri, quando alle 08.45 del mattino, ora italiana,  la guerra è entrata con forza nelle case degli italiani. Fumo, muri che crollano, sirene di ambulanze, vigili del fuoco, macchie di sangue sul selciato, persone che fuggono terrorizzate.  Sono queste le prime immagini che ci giungono dall'Iraq. È poco dopo che si incomincia a comprendere che cosa è accaduto: Un camion forza il posto di blocco all'entrata della base e prosegue la sua corsa sino alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano.

C'è una sparatoria. Dietro al camion irrompe l'autobomba che finisce la sua corsa esplodendo e causando l'inferno. Alla fine della giornata il bilancio è tragico.
Da quel giorno sono passati 8 anni eppure resta sempre viva la fiamma del ricordo. Avevo smesso di lavorare da poco, ero tornato a casa ma tra le scale sentii le urla di mia moglie. Non capii che cosa stesse accadendo, un vicino mi disse di correre a casa. Appena aprii la porta trovai mia moglie Luisa che urlava e piangeva. Aveva appena smesso di parlare al telefono con il comandante di mio figlio, il caporale Pietro Petrucci. A Nassiriya dove era in missione c'era stato un attentato, molto grave e con molti morti. In quel momento mi crollò il mondo addosso''.

Così Giuseppe Petrucci racconta all'Adnkronos di quel tragico 12 novembre 2003, quando, in un agguato ai militari in missione di pace in Iraq, morirono 50 persone. Venticinque erano italiani: tra loro anche il caporale Pietro Petrucci.''A Luisa non dissero subito che nostro figlio era morto, le dissero di non preoccuparsi ma la verità venne fuori poco per volta – ricorda Giuseppe Petrucci – Dopo qualche ora la speranza che mio figlio Pietro potesse essere scampato al massacro svanì per sempre''.Da poco rientrato a casa, dopo essere stato al cimitero a trovare il figlio, promosso caporal maggiore dopo la tragedia, Giuseppe Petrucci è in procinto di prepararsi per partire con la moglie Luisa per Roma, dove domani si terranno le celebrazioni per le vittime del 12 novembre 2003. ''Sono trascorsi 8 anni da quel brutto giorno – spiega Petrucci, che ha altri due figli, Vincenzo e Giovanni, – ma ogni giorno e' sempre peggio. Il tempo non aiuta a lenire il dolore che qui in famiglia portiamo dentro di noi''.

Nel ricordo si unisce il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone "Non dimentichiamo: non dimentichiamo mai questa data, 12 novembre, che 8 anni fa ha segnato una delle pagine più dolorose della nostra storia repubblicana, la pagina più nera del terrorismo contro l'Italia e i suoi uomini.8 anni fa la Strage di Nassiriya segnava nel profondo il nostro Paese, i cuori straziati di dolore di 19 famiglie, l'Arma dei Carabinieri, l'Esercito Italiano e tutte le forze armate.8 anni fa il Salento perdeva nell'adempimento della sua missione di pace il Caporale Volontario in Ferma Breve Alessandro Carrisi, morto a 23 anni per portare la stabilità interna e la pace in territori dilaniati dalla guerra e dal terrorismo.In ricordo del militare salentino in servizio nel 6° Reggimento Trasporti di Budrio l'Amministrazione Provinciale e il Presidente Antonio Gabellone a nome di tutti i salentini ricorda il SACRIFICIO IMMORTALE di chi si è visto strappare la sua giovane vita in terra straniera per assistere popolazioni, portare dell'acqua ai bambini, vigilare nei mercatini della frutta, davanti alle scuole dell'infanzia, dinanzi al lento e difficile riprendere della vita quotidiana.
Ai familiari di Alessandro, il nostro giovane di Trepuzzi CADUTO PER L'ITALIA, vanno la mia commossa vicinanza e la riconoscenza della Provincia di Lecce e di tutti i salentini.

I GENITORI DI ALESSANDRO SIANO PER SEMPRE ORGOGLIOSI DI AVER DATO ALL'ITALIA E AL SALENTO IL LORO AMATO ALESSANDRO"

12 novembre 2003- 12 novembre 2011…per non dimenticare



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