Ergastolo anche in Appello per Biagio Toma, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio della piccola Angelica Pirtoli di appena 2 anni e colpevole di aver partecipato a quello della madre, Paola Rizzello.
I giudici della Corte d’Assise, dopo una lunga camera di consiglio, hanno ritenuto il 47enne di Parabita colpevole del reato di duplice omicidio volontario finalizzato ad agevolare l’associazione mafiosa. Confermata la provvisionale di 50mila euro e il risarcimento del danno in favore di ciascuna delle parti civili in separata sede.
Nell’udienza scorsa, ha preso la parola il Procuratore Aggiunto Elsa Valeria Mignone (era presente in aula anche il Procuratore Generale Antonio Maruccia), che ha invocato il carcere a vita e sottolineato, durante la requisitoria, l’attendibilità delle testimonianze, come quelle del collaboratore di giustizia Luigi De Matteis e di Massimo Donadei. Proprio su questo punto si è soffermato l’avvocato Walter Zappatore, difensore di Biagio Toma. Nel corso di un’arringa difensiva durata oltre 7 ore, il legale ha invece sostenuto la frammentarietà e la mancanza di riscontri oggettivi nelle dichiarazioni del grande accusatore De Matteis.
Gli altri processi
Ricordiamo che il 4 luglio del 2017, i giudici della Corte di Assise di Lecce (Presidente Roberto Tanisi, a latere Francesca Mariano e giudici popolari) hanno emesso il duro verdetto del carcere a vita e dell’isolamento diurno per 1 anno, nei confronti di Biagio Toma.
Durante l’istruttoria, è stato ascoltato anche Luigi De Matteis, attualmente collaboratore di giustizia, come testimone. L’uomo è ritenuto l’autore materiale dell’omicidio di Paola Rizzello e complice di Biagio Toma nella spietata esecuzione della piccola Angelica Pirtoli, sbattuta selvaggiamente contro un muro. Questi ha raccontato in aula ogni minimo particolare del terribile fatto di cronaca, avvenuto il 20 marzo del 1991 a Parabita.
La bimba venne presa per un piede e sbattuta contro un muro. Nello specifico De Matteis ha affermato “Ho sparato un primo colpo al petto alla Rizzello e lei aveva la bambina in braccio. Poi mi sono accorto che c’era una scarpina a terra e il piede della bimba sanguinava. La bambina piangeva e io ho detto ce lo dovevano dire che c’era la bambina. Io la volevo abbandonare. Ho detto a Toma non ho coraggio. Poi siamo tornati indietro. Toma è sceso e l’ha sbattuta vicino al muro cinque volte prendendola per il piede. Poi mi ha detto: la bambina è morta”.
Luigi De Matteis, 50enne di Parabita, è stato condannato a 16 anni e 8 mesi nel processo con rito abbreviato innanzi al gup Vincenzo Brancato, perché ritenuto l’autore materiale dell’omicidio di Paola Rizzello. La 27 enne di Parabita fu uccisa perché ritenuta una testimone scomoda e dunque un intralcio alle attività del clan. Per il suo omicidio, la Corte di Assise di Lecce il 26 marzo 2001, (Presidente Dario Centonze, a latere Maurizio Saso) condannò all’ergastolo il capo clan Luigi Giannelli, la moglie Anna De Matteis ed un loro stretto collaboratore, Donato Mercuri.