Omicidio Cosimo Errico, fatale un taglio alla gola. Sotto torchio le persone che aiutavano il prof nella cascina

Proseguono senza sosta le indagini per cercare di risolvere il giallo del professore leccese, ucciso con brutalità in un cascinale di Entratico.

L’arma del delitto non è ancora stata trovata, ma sul corpo di Cosimo Errico – il professore leccese trovato senza vita sul pavimento della sua Cascina a Entratico – sono state trovate diverse ferite, provocate da un’arma da taglio.

“Particolare” non di poco conto che ha permesso di escludere, fin da subito, la morte per folgorazione. Il tragico incidente era solo un depistaggio. L’assassino o gli assassini, forse due persone, lo hanno colpito per dieci volte con un coltello a lama liscia. Al collo, alla nuca, alla schiena e alle mani come ha confermato l’autopsia, eseguita dall’anatomopatologo Yao Chen dell’Università di Pavia. Fatale quello alla giugulare che ha causato un’emorragia. Il docente all’istituto Nacci di Bergamo, infatti, è morto per soffocamento.

Poi hanno tentato di bruciare il corpo con della benzina, aperto lo sportello del frigorifero e tolto la corrente per simulare una tragedia accidentale. Il docente è morto tra le 18.00, ora in cui ha chiamato la moglie per dirle che avrebbe fatto tardi a mezzanotte e mezza, quando il figlio Simone ha fatto la terribile scoperta.

Non è stata nemmeno una rapina, ne sono gli inquirenti nonostante la cascina dei fiori trasformata in masseria didattica non abbia una vera e propria serratura. Eppure ha raccontato un’altra verità. Uno: chi ha ammazzato a sangue freddo il professore salentino lo conosceva, sapeva come muoversi all’interno della fattoria che ospitava spesso feste per bambini e visite per gli studenti. Due: non mancava nulla di valore e sono stati ritrovati gli effetti personali. Il portafoglio conteneva un centinaio di euro. A nulla ha portato anche la pista legata al mondo della scuola.

Le indagini stanno comunque seguendo una direzione ben precisa come dimostrano gli interrogatori che procedono a ritmo serrato. Chiunque abbia avuto a che fare con Errico è stato o sarà ascoltato, gente del paese e cittadini stranieri che frequentano la fattoria e aiutavano il 57enne  nei lavori manuali. Alcuni di questi pare fossero in “nero”. Difficile rintracciarli.

Come si legge su ilGiorno.it «Un punto debole del professore era il suo carattere, brusco, prepotente e autoritario. Tratti che riversava soprattutto con i dipendenti stranieri che lavoravano alla fattoria. Alcune testimonianze hanno evidenziato continui litigi con gli immigrati che venivano pagati poco (pare 8 euro all’ora) e impiegati per qualsiasi mansione all’interno della cascina».

Anche il cellulare del docente potrebbe fornire spunti decisivi per le indagini. Dai tabulati si cerca di ricostruire le ultime chiamate che ha ricevuto o effettuato il professore.



In questo articolo: