Omicidio dell’ex bancario Giovanni Caramuscio, conferito ai Ris l’incarico per gli accertamenti biologici e balistici

I consulenti avranno 60 giorni a disposizione per la presentazione di un elaborato che dia una risposta ai quesiti sull’omicidio dell’ex bancario Giovanni Caramuscio

È stata conferita nella mattinata di oggi, la doppia consulenza per far piena luce sull’omicidio dell’ex bancario Giovanni Caramuscio, freddato con due colpi di pistola, il 16 luglio scorso, nei pressi dello sportello del Banco di Napoli, sulla Lequile-San Pietro in Lama.

Il pm Alberto Santacatterina ha prima conferito l’incarico al maggiore dei Ris di Roma, Cesare Rapone, per un accertamento tecnico irripetibile finalizzato ad accertare “l’esistenza di tracce biologiche sugli abiti, sul passamontagna e sul portafogli in sequestro, estraendo in caso positivo i profili genetici, tramite l’analisi dei polimorfismi del Dna”. Il consulente avrà 60 giorni a disposizione per la presentazione di un elaborato che dia una risposta ai quesiti.

L’altro incarico è stato conferito al maresciallo capo del Ris di Roma, Stefania Alleva. Il consulente, attraverso un accertamento tecnico irripetibile, dovrà accertare, sempre entro i prossimi 60 giorni, “la compatibilità balistica tra i proiettili ed i bossoli rinvenuti sul luogo del delitto e la pistola sequestrata all’interno dell’abitazione di Paulin Mecaj“.

Il 30enne di origini albanesi, ma residente a Lequile è indagato per omicidio volontario ed è ritenuto l’autore materiale dell’assassinio di Giovanni Caramuscio. Ricordiamo, inoltre, che i carabinieri hanno rinvenuto nella sim del suo cellulare, quattro foto “sospette” mandate ad un amico. In una di esse è ritratta una pistola conservata nella custodia. Le altre mostrano, invece, il caricatore ed i proiettili. Inoltre, è stato inviato un video che lo ritrae mentre si esercita con una pistola. Non solo, poiché nelle ore successive all’omicidio, una parente dell’uomo, ascoltata dagli inquirenti, ha dichiarato: “mentre stavo riordinando nella stanza dove dorme Paulin, ho notato che sotto il cuscino vi era una pistola di colore nero”.

Oltre a Mecaj, risponde di omicidio in concorso anche il presunto complice Andrea Capone, 28enne originario di Tricase, ma residente a Lequile. Quest’ultimo sarebbe stato incastrato da una felpa e dall’esame del telefonino in uso a Mecaj, poiché sarebbe risultato che l’utenza intestata a Capone veniva ripetutamente contattata nei giorni precedenti alla rapina. I due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nel corso dell’udienza.

Il gip Laura Liguori ha poi convalidato il fermo e confermato il carcere per entrambi. Paulin Mecaj è difeso dagli avvocati Luigi e Roberto Rella. Andrea Capone è difeso dagli avvocati Raffaele Francesco De Carlo e Maria Cristina Brindisino, i quali hanno successivamente presentato ricorso al Tribunale del Riesame che lo ha rigettato.

I familiari di Giovanni Caramuscio, 69 anni di Monteroni -la moglie Anna Quarta ed i figli Roberta, Fabio e Stefano- sono invece assistiti dall’avvocato Stefano Pati. I legali si sono riservati di nominare un consulente tecnico di parte, in vista delle due consulenze. Le operazioni peritali, avranno inizio il 6 settembre.



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