Omicidio Specchia Gallone, Sonia uccisa a coltellate. Confermato l’ergastolo per l’ex fidanzato 

I giudici hanno riformato la sentenza di primo grado, escludendo però  l’isolamento diurno per la durata di 1 anno

Arriva la conferma della condanna all’ergastolo per Salvatore Carfora, accusato di avere ucciso con 31 coltellate la ex fidanzata Sonia Di Maggio. Al termine del processo di secondo grado, i giudici della Corte d’Assise d’Appello ( presidente Vincenzo Scardia) hanno inflitto all’imputato la pena del carcere a vita. I giudici hanno riformato la sentenza, solo escludendo  l’isolamento diurno per la durata di 1 anno, come richiesto dal sostituto procuratore generale Salvatore Cosentino. Il 40enne, originario di Torre Annunziata (Napoli), è stato condannato, come in primo grado dinanzi ai giudici della Corte di Assise (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano e giudici popolari), anche al risarcimento del danno in separata sede in favore della madre, del padre e della sorella di Sonia che si erano costituiti parte civile con l’avvocato Vincenzo Blandolino. Si era, inoltre, costituita parte civile l’associazione Gens Nova, rappresentata nel processo dall’avvocato Gennaro Gadaleta e presieduta dall’avvocato Antonio La Scala, che si occupa della tutela dei minori.
Salvatore Carfora, difeso dall’avvocato Cristiano Solinas, potrà proporre ricorso in Cassazione.
L’imputato rispondeva di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e dell’aver agito con crudeltà.
La Procura contesta la premeditazione, “essendosi Carfora appositamente recato da Napoli (dove risiedeva) a Minervino di Lecce, armato di un coltello, allo scopo di cagionare la morte di Sonia Di Maggio”. Ed anche l’aggravante dei futili motivi, “per un abnorme stimolo possessivo nei confronti della vittima, che era stata legata a lui in una relazione sentimentale ormai interrotta”. Carfora risponde poi di stalking verso Sonia ed il nuovo compagno, al quale indirizzava messaggi telefonici del tipo: “Meglio che rinunci a Sonia se no ti faccio fare una brutta fine…decidi bene”. Tale reato è stato assorbito nel reato principale dai giudici.
L’inchiesta si è poi avvalsa della consulenza tecnica del medico legale Alberto Tortorella che ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane. Sonia è stata attinta da oltre trenta coltellate, al collo e alla testa, sferrate con ferocia e brutalità. E poi, c’e la relazione del consulente informatico Claudio Leone, da cui sono emersi numerosi messaggi scritti da Carfora, in cui emergeva il suo “amore malato” verso Sonia, come l’ha definito il gip Giulia Proto nell’ordinanza con cui ha convalidato il fermo e disposto il carcere.

La ricostruzione dei fatti

L’omicidio è avvenuto il 1 febbraio del 2021, a Specchia Gallone. Salvatore Carfora dopo aver lasciato il dormitorio pubblico, nei pressi della stazione di Napoli, si è messo a bordo di un treno diretto nel Salento, in piena emergenza Covid. E poi, ha raggiunto la frazione di Minervino, con l’autobus della Sud-Est, partendo da Lecce intorno alle 18.00. E ha chiesto all’autista di fermarsi quando, giunto sul posto, ha visto Sonia in compagnia del fidanzato. Sceso dal bus, ha messo in atto il brutale omicidio della ex, intorno alle 19.
Carfora è stato poi fermato ed arrestato ad Otranto, grazie anche alla segnalazione di un commerciante.



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