Operazione “Crypto” su maxi traffico di droga tra Italia e Nord Europa. Indagati anche due fratelli leccesi

Nella maxi-operazione antidroga ci sono i nomi di due fratelli, già condannati al termine del maxi processo leccese “Final Blow”.

Una maxi operazione antidroga che vede indagati anche due fratelli leccesi, con pesanti condanne penali alle spalle. Parliamo di Antonio Marco Penza, 37 anni e Vito Penza, 34 anni entrambi di Lecce, coinvolti nell’inchiesta Crypto che rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa condotta a partire dal 2017 dalla Guardia di Finanza di Catanzaro e dallo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma con il coordinamento della Procura della Repubblica – D.D.A. di Reggio Calabria.

Come detto, tra i 93 indagati compaiono i due fratelli leccesi. Il primo è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare. Il secondo è invece indagato a piede libero.

L’indagine, ha evidenziato un grave quadro indiziario a carico di esponenti di spicco della ‘ndrina Pesce-Bellocco, riconducibili alle famiglie Cacciola-Certo-Pronestì che avevano messo in atto una ramificata organizzazione criminale transazionale volta al traffico di stupefacenti, capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal Nord Europa (Olanda, Germania, Belgio) nonché dalla Spagna e di “piazzarla” in buona parte delle regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia ed Emilia Romagna) e anche all’estero.

I fratelli Penza devono scontare la condanna maturata al termine del maxi processo leccese “Final Blow”. Nei mesi scorsi, Il gup Giulia Proto nell’udienza conclusiva tenutasi presso l’aula bunker di “Borgo San Nicola” ha condannato Antonio Marco Penza alla pena di 20 anni. Al fratello Vito è stata inflitta la pena di 8 anni ed 8 mesi.

L’operazione “Final Blow”, ha portato nel febbraio del 2020, a numerosi arresti di elementi di spicco dei clan leccesi Pepe e Briganti, attivi nel campo del traffico di droga e delle estorsioni.