Ormeggi abusivi a Otranto: quattro ‘traghettatori’ finiscono nel registro degli indagati

Una vasta area del porto di Otranto, circa 15mila metri quadrati di un’area demaniale abusivamente occupata sono finiti sotto sequestro e quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati. È il bilancio di un’importante attività di polizia marittima.

Archiviato anche questo secondo fine settimana di settembre, come di consueto, per la Guardia Costiera è tempo di bilanci. Anche nel weekend appena trascorso, infatti, i militari del Compartimento Marittimo di Gallipoli, come accaduto durante l’intera estate, sono stati impegnati nell’Operazione ‘Mare Sicuro 2015’ giunta al termine. Oltre ai controlli di routine, effettuati via mare e via terra, per salvaguardare la sicurezza dei bagnanti ed intervenire in situazioni di emergenza, sotto i riflettori è finita un’importante attività di polizia marittima svolta nel porto di Otranto che  si è conclusa con il sequestro di 15mila metri quadrati di un’area demaniale abusivamente occupata e l’iscrizione nel registro degli indagati di quattro persone. Lo ha deciso la Procura della Repubblica di Lecce, a seguito dell’attività di indagine condotta dai militari della Guardia Costiera idruntina.
 
I quattro ‘furbetti’ che in piena stagione turistica “traghettavano” i proprietari delle imbarcazioni ormeggiate abusivamente, dalla banchina fino ai natanti e viceversa – stando a quanto emerso dalle indagini – avrebbero realizzato senza alcun titolo autorizzativo, dei veri e propri posti di ormeggi fissi mediante una fitta rete di corpi morti creati con ancore e pesi di vario genere, grazie ai quali venivano ormeggiate le imbarcazioni.
 
Le indagini, coordinate dal Procura della Repubblica di Lecce e dirette dalla Dott.ssa Angela Rotondano, si sono sviluppate nell’arco di circa trenta giorni nel corso dei quali i militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Otranto hanno effettuato attività di osservazione, controllo e pedinamento riscontrando e documentando la pratica illegale di far ormeggiare le unità da diporto in un’area portuale non sottoposta a vincoli concessori. Il reato ipotizzato è quello di occupazione abusiva di area demaniale marittima e di esercizio abusivo della professione.



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